24 Luglio 2020
“Le dichiarazioni del Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, Andrea Camanzi, evidenziando aspetti positivi dovuti agli effetti di regolazioni sugli aeroporti, non fanno alcun cenno alla situazione di grave e grande crisi del settore che, faticosamente, le Ministre dei Trasporti e del Lavoro e l’intero Governo stanno cercando di risolvere anche attraverso l’emanazione di specifiche previsioni legislative che pongono fine alle asimmetrie competitive esistenti e di cui l’Art non si è mai occupata. I dati dicono che, nel trasporto aereo, se diminuzione dei costi operativi c’è stata, a farne le spese perdendo il lavoro sono stati i lavoratori del settore”. A dichiararlo i Segretari Generali Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia, Claudio Tarlazzi, rispettivamente di Filt Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti, che aggiungono: “eventuali interventi finalizzati a far diminuire tariffe e costi operativi non possono e non devono pregiudicare gli standard di sicurezza, i livelli di manutenzione delle infrastrutture, i livelli occupazionali e le retribuzioni dei lavoratori”.
“In merito all’indipendenza del gestore della rete ferroviaria – proseguono Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi – è sotto gli occhi di tutti che con l’attuale assetto e con le attuali norme è garantito l’accesso equo e non discriminatorio delle imprese ferroviarie alla rete infrastrutturale costruita con le tasse degli italiani. Tant’è che nel panorama europeo non esistono paesi dove, come in Italia, già dal 2001 è iniziata la liberalizzazione nel trasporto merci ferroviario e già dal 2011 esiste la concorrenza nel sistema dell’alta velocità con due imprese ferroviarie”.
“Ci auguriamo – aggiungono i tre segretari generali – che in futuro l’Autorità di regolazione dei trasporti consideri fra gli stakeholder anche i sindacati dei trasporti e le lavoratrici e i lavoratori del settore tenendo conto anche delle loro esigenze di poter lavorare in sicurezza e avere una retribuzione coerente”.
“Qualsiasi ipotesi di modifica dell’attuale assetto di Rfi – concludono i tre sindacalisti – comprometterebbe l’esistenza dell’intero gruppo Fs determinando, conseguentemente, la mobilitazione generale dei lavoratori del settore”.