10 Settembre 2010
La sicurezza dei lavoratori deve essere sempre al primo posto rispetto a modalità di intervento sulla rete ferroviaria. Lo ricorda il Segretario Generale Aggiunto della FIT-CISL Giovanni Luciano sottolineando come ciò sia indispensabile, dopo l’ennesimo incidente mortale avvenuto sui binari nella località di Capitello (SA) il 1° settembre scorso.
Il Sindacato -prosegue Giovanni Luciano- per evidenziare la necessità di ulteriori interventi finalizzati a garantire ed aumentare le misure di sicurezza ha deciso di sospendere tutte le attività dei cantieri notturni interessanti i binari di Rete Ferroviaria Italiana, dal 13 al 18 settembre 2010, chiedendo nel contempo un urgente incontro ai massimi vertici del Gruppo FS e di Rete Ferroviaria Italiana per verificare le iniziative intraprese, le azioni da poter mettere in campo in tempi brevi e le specifiche risorse destinate.
E’ necessario adottare -aggiunge Luciano- nuovi provvedimenti dopo che negli ultimi sei anni si sono verificati 46 incidenti con 33 morti sui binari dei lavoratori della Manutenzione Infrastrutture, appare evidente l’indifferibilità di un approccio diverso per cercare di fermare questa tragica catena di eventi luttuosi, partendo dalla formazione, in qualità e quantità , dall’organizzazione del lavoro e dalla adeguata quantità degli organici.
Nonostante una ottima normativa -ricorda Giovanni Luciano- i lavoratori continuano a morire: dobbiamo dare la risposta al perché succede e a cosa si possa fare per fermare questa ecatombe.
Dobbiamo constatare con amarezza -rileva Giovanni Luciano- che il tema della sicurezza viene sottovalutato, come accaduto anche nell’incontro del 9 settembre scorso.
La sospensione delle attività notturne dal 13 al 18 settembre 2010 -conclude il Segretario Generale Aggiunto della FIT-CISL- intende sottolineare con una opportuna pausa di riflessione la necessità di interventi incisivi e nel contempo costituisce un richiamo ai vertici del Gruppo FS, di R.F.I. e agli stessi lavoratori, finalizzato alla presa di coscienza di un problema che troppe volte è liquidato con l’errore umano e con statistiche pseudo positive.