14 Settembre 2011
«I tagli che la manovra sembra prevedere per il trasporto pubblico locale sono di entità tale da risultare ingestibili se confermati», così il Segretario generale della FIT-CISL ha commentato i provvedimenti contenuti nel maxiemendamento alla manovra-bis approvato dal Senato.
«La FIT-CISL è consapevole che nel sistema delle aziende che gestiscono il trasporto locale italiano c’è da fare un’opera di razionalizzazione e di rilancio di tipo industriale serio in molte realtà del Paese. Per questo ha già presentato, da tempo, proposte e richieste concrete per ridurre il numero delle aziende aggregandole e per dotare il sistema di uno strumento di ammortizzazione sociale per le ristrutturazioni, ma un taglio di questa portata (oltre il 75%) elimina di fatto il trasporto locale in Italia. Un conto è risanare un altro è chiudere», ha sottolineato il Segretario generale della FIT-CISL.
«Alcune proiezioni sui tagli del servizio svolto da Trenitalia – ha continuato il Segretario FIT-CISL – portano ad un risultato semplicemente agghiacciante. Infatti i 1942 milioni del 2011 si ridurrebbero a 1037 nel 2012 e a 627 nel 2013. Folle. Oltre al fatto che Trenitalia fallirebbe bruciando anni di risanamento e che i cittadini italiani non avrebbero più tre quarti dei servizi erogati oggi nel solo trasporto regionale, si stimano 7.500 addetti diretti in meno, oltre alla riduzione di quelli che oggi i treni li puliscono, ne fanno la manutenzione e anche RFI avrebbe una riduzione pesantissima in ordine di introiti da affitto delle tracce orarie e via dicendo, con ulteriori migliaia di esuberi. Nel TPL su gomma non è ancora chiaro quale sia la dimensione precisa ma le stesse dichiarazioni ripetute dai Governatori di Lombardia e Lazio, per esempio, danno un’idea».
«È di tutta evidenza che una situazione di questa pesantezza, laddove confermata, impone una forte mobilitazione della FIT-CISL», ha concluso Luciano.