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FERROVIE: Sindacati, necessari maggiori approfondimenti su liberalizzazioni nell’UE

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Comunicati Stampa - FERROVIE: Sindacati, necessari maggiori approfondimenti su liberalizzazioni nell’UE

17 Novembre 2011

Roma 16 novembre – “Se l’obiettivo è promuovere l’efficienza delle ferrovie in un unico mercato europeo, la separazione totale delle funzioni del gestore di infrastrutture dall’impresa ferroviaria non ha alcun senso”. E’ quanto sostengono Filt Cgil, FIT-CISL e Uiltrasporti nel giorno del voto del Parlamento europeo della direttiva sulle norme Ue per la liberalizzazione del trasporto ferroviario evidenziando che “il Parlamento con il voto di oggi ha fatto propri gli emendamenti nei quali si chiede alla Commissione Europea di presentare delle proposte sulla liberalizzazione del trasporto passeggeri nazionale e sulla totale separazione delle società  di trasporto da quelle di gestione dell’infrastruttura che decretano la fine delle Holding ferroviarie”. Secondo quanto ribadiscono le sigle sindacali dei trasporti “non ci sono prove del fatto che la totale separazione migliori il funzionamento del sistema ferroviario in un Paese ma, al contrario, accresce i costi amministrativi e, di conseguenza, rende il sistema ferroviario più costoso. La separazione totale – sottolineano Filt, Fit e Uilt – cancella tutti i benefici effetti delle sinergie sul piani della sicurezza, dell’innovazione, del miglioramento della qualità  infrastrutturale, degli investimenti senza evidenti effetti positivi dal punto di vista dell’efficienza del sistema ferroviario. Tutto questo in un quadro generale complicato dal calo in Italia di risorse disponibile nel settore, i cui effetti si scaricano nel servizio reso ai cittadini e sui lavoratori del settore”. “In vista dell’adozione dell’accordo a dicembre da parte del Consiglio europeo dei ministri dei trasporti – chiedono le organizzazioni sindacali dei trasporti alla relatrice italiana del testo, Debora Serracchiani – è necessaria una pausa di riflessione per permettere da una parte di confrontarsi con uno scenario economico auspicabilmente migliore e dall’altra di avere ulteriori approfondimenti già  messi in campo dal Parlamento europeo”.

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