18 Novembre 2009
Esiste nelle ferrovie una forte carenza di personale in ogni segmento produttivo, anche quello a più elevato contenuto tecnologico. E’ questo l’allarme lanciato dal Segretario Generale aggiunto della FIT-CISL Giovanni Luciano.
I ferrovieri sono sempre meno ‘“ sottolinea Giovanni Luciano – e la diminuzione assume dimensioni ormai inaccettabili. Il numero degli addetti è così carente sia nell’esercizio, sia in altri settori del gruppo da sfuggire a qualsivoglia logica organizzativa e minaccia seriamente la funzionalità e qualità dei servizi e del trasporto. L’allarme lanciato dalla FIT-CISL ai vertici delle ferrovie chiama in causa anche l’esodo strisciante che continua a segnare le politiche del lavoro in ferrovia, senza che vi sia una politica mirata di assunzioni in grado di garantire la piena funzionalità e lo sviluppo di una azienda strategica per la mobilità nazionale.
Le 900 assunzioni previste ‘“ ricorda Giovanni Luciano – andranno a regime forse agli inizi del 2010, mentre le altre, pur necessarie, non vengono prese in alcuna considerazione. Gli attuali livelli occupazionali in ferrovia ‘“ ribadisce Giovanni Luciano – rappresentano una palese violazione degli accordi sottoscritti, per questo chiediamo la sospensione delle uscite finché non verranno decise nuove assunzioni in un quadro pienamente condiviso di previsto turn-over del lavoro.
Le FS ‘“ conclude il Segretario Generale aggiunto della FIT-CISL – non possono pensare di attuare il previsto rilancio competitivo se non affrontano in modo radicale le tematiche del lavoro a partire dai livelli occupazionali, meno ferrovieri significa solo meno efficienza, minore qualità , ridotta capacità di soddisfare la domanda di traffico o di progettare un efficace marketing strategico che si articola sul ruolo centrale della mobilità su ferro.