20 Giugno 2020
“Auspichiamo che si faccia chiarezza relativamente all’autoproduzione per garantire la sicurezza del lavoro e dei lavoratori sulle navi e nei porti”. Così dichiara la FIT-CISL.
“Da tempo – prosegue la Federazione dei trasporti cislina – ci stiamo impegnando insieme alle altre organizzazioni sindacali per sollecitare provvedimenti legislativi finalizzati a prevenire gli infortuni sul lavoro. Lo stillicidio silenzioso delle morti sul lavoro, che riguardano tutti i settori dei trasporti e la portualità fra questi, va bloccato. Di lavoro non si può continuare a morire. Nei porti una potenziale causa di questo fenomeno è certamente l’autoproduzione, perché per motivi di costi costringe i marittimi a svolgere compiti che per ragioni di sicurezza spetterebbero ai portuali, che sono stati formati per svolgere queste attività nelle migliori condizioni.
Nella vertenza unitaria “Rimettiamo in movimento il Paese” abbiamo toccato anche questo tema indicandolo come nevralgico. I porti infatti sono snodi centrali, porte economiche sul mondo e hanno un valore enorme, considerando che l’85% delle merci mondiali transita per mare. È fondamentale quindi svilupparli e rafforzarli, a partire da una maggiore tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti. Ci auguriamo quindi che, per un interesse generale quale il bene dei lavoratori di questo Paese, tutte le forze politiche sostengano una norma di legge in tal senso “.