20 Gennaio 2015
“Le notizie che oggi arrivano dalla presentazione del piano Alitalia-Sai mi fanno pensare all’analogia che c’è con le vicende della Fiat. Tornano in mente le polemiche, le strumentalizzazioni, gli scontri anche feroci tra sindacati e tra gli stessi delegati, a volte anche con lo scontro fisico.
Oggi la Fiat, ora FCA, assume persone a migliaia in stabilimenti che rischiavano la chiusura, gli investimenti arrivano e l’occupazione ritorna”, con queste parole Giovanni Luciano, Segretario generale della FIT-CISL, commenta le notizie di oggi relative al piano industriale di Alitalia-Sai.
Prosegue Luciano: “Scongiurati scenari oscuri come quello del fallimento della Alitalia Cai, che, ricordo ai corti di memoria, avrebbe significato 13500 famiglie, più una somma simile per l’indotto, che nessuno avrebbe potuto gestire se fossero andati in mezzo ad una strada.
Ma questo è un Paese dove non si riconosce il merito sindacale di chi costruisce, si premiano mediaticamente gli estremismi, senza dire chiaro chi aveva ragione.
Oggi i nuovi manager annunciano piani e intenzioni di sviluppo che auspichiamo che si concretizzino al più presto. Alitalia non è più col cappello in mano ma diventa un soggetto che può tornare ad essere quello che era una volta”.
Conclude il Segretario generale: “Il nostro pensiero va oggi a tutte le polemiche che ci hanno visto come Cisl attaccati e ingiuriati e a come alcuni giornali abbiano dato sempre più spazio a chi lavorava per distruggere e non a chi lavorava per costruire. Demenziali gli articoli sui cosiddetti “irriducibili”, ridottisi in extremis. Oggi siamo contenti. Nonostante la memoria corta di Del Torchio che se n’è andato senza salutare. A chi è appena arrivato diciamo chiaro che non siamo soggetto che si chiama in causa solo quando le cose vanno male e occorre fare sacrifici. A chi arriva diciamo che le prime persone da assumere quando ce ne sarà bisogno devono essere i lavoratori Alitalia che al momento non sono tra quelli in forza. Per chi, come noi, ha passato mesi a cercare soluzioni per evitare il disastro, accampato per diverse notti al Ministero dei Trasporti, firmando gli accordi una volta ritenuti accettabili, nonostante tutto il caravanserraglio di altri, il riassorbimento dei lavoratori oggi esclusi è una priorità “.