15 Dicembre 2017
“Ryanair è un’azienda mandata avanti da tutti i suoi lavoratori, piloti, assistenti di volo e ingegneri, per cui non può pensare di dialogare solo con alcuni di loro”, così dichiara Antonio Piras, Segretario generale della FIT-CISL.
“Da anni denunciamo le condizioni di lavoro in Ryanair – prosegue Piras – e siamo stati i primi in Italia a indire uno sciopero, il 7 novembre 2016. Ryanair all’inizio ha creduto di poter funzionare ignorando i diritti dei suoi dipendenti e ora, davanti all’evidenza della realtà , comincia ad aprire gli occhi. Ma sbaglia se pensa di poter ragionare in modo settario: parlando solo con chi decide lei, scegliendo alcuni lavoratori ed escludendo gli altri”.
“Ricordo – aggiunge il Segretario generale – che il vettore irlandese sottopaga i propri assistenti di volo, riconoscendo solo le ore di volo effettive e non retribuendoli, ad esempio, se l’aereo è fermo a terra, né retribuisce malattia e maternità . Inoltre li costringe ad esempio a pagarsi da soli corsi di formazione obbligatori per legge, divise, acqua, pasti e altro.
Quanto ai tecnici, che sono in prima linea per il mantenimento degli standard di sicurezza, sono tutti esternalizzati, per cui a loro non si applicano i diritti e le tutele del contratto nazionale.
Un’altra conseguenza del modo in cui il vettore irlandese tratta i suoi lavoratori è la concorrenza sleale alle altre compagnie aeree.
L’azienda riveda la sua posizione e il Governo mantenga l’impegno di fare ispezioni per verificare le condizioni di lavoro in Ryanair”.