22 Ottobre 2010
La Ryanair è solita interpretare regole fondamentali a proprio uso e consumo, forzandone l’interpretazione o non applicandole. Lo sottolinea una nota della Segreteria Nazionale Trasporto Aereo FIT-CISL.
E’ da tempo -prosegue la FIT-CISL- che il sindacato conduce una battaglia per il rispetto delle norme sui rapporti di lavoro della Ryanair nel nostro Paese. Spiace dover ammettere che sinora i risultati sono stati scarsi, anche per la latitanza di tutti gli organi istituzionali preposti a svolgere compiti di verifica e controllo, che tutto al più si limitano a proclami mediatici di cui rapidamente si perdono le tracce.
Vicende -prosegue la FIT-CISL- che si stanno diffondendo in Europa, ma che negli altri Stati vengono affrontate con maggiori energie. Lo testimonia la vicenda che chiama in causa sempre la Ryanair in Francia, a proposito della prossima chiusura della base a Marsiglia da gennaio ed il relativo ricollocamento di circa 200 lavoratori in altri aeroporti europei. Tutto ciò a causa del procedimento giudiziario da parte delle autorità francesi contro la compagnia per il mancato rispetto della normativa sui rapporti di lavoro nello svolgimento delle attività sugli scali transalpini.
E’ evidente il ruolo delle istituzioni pubbliche francesi che affermano con forza il rispetto delle regole e di tutela dei lavoratori nei confronti di qualsiasi impresa che intenda esercitare attività sul proprio suolo.
Ancor più marcato l’intervento dei sindacati francesi che ribadiscono come non si possano ricevere aiuti pubblici per fare profitti privati, tutto in danno non solo dei dipendenti, ma anche a discapito delle imprese nazionali.
Questa situazione -conclude la nota della FIT-CISL- impone anche in Italia un intervento concreto idoneo a far valere i diritti fondamentali dei lavoratori del trasporto aereo, nel caso particolare quelli della Ryanair.