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Fs, Luciano: Su privatizzazione chiarezza o mobilitazione

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Documenti - Fs, Luciano: Su privatizzazione chiarezza o mobilitazione

24 Novembre 2015

Riportiamo le dichiarazioni del Segretario generale Giovanni Luciano in merito alla privatizzazione di Ferrovie dello Stato Italiane. In allegato i principali quotidiani che le hanno riprese (Repubblica, Sole 24 Ore, Messaggero, Manifesto).

“Il Cdm ha ‘avviato’ la privatizzazione di Fs. Nulla di nuovo sotto il sole. Resta da capire come e con chi. Con chi perché si è dato il ben servito a Michele Elia che ha il solo torto di avere continuato, con e dopo Moretti, a fare bene. I risultati lo dimostrano. Non ha ostacolato la privatizzazione, purtroppo, ma ha ‘litigato’ con un Presidente che, al di là  di qualche assunzione a chiamata altro non ha fatto in Fs”, con queste parole Giovanni Luciano, Segretario generale della FIT-CISL, commenta gli ultimi sviluppi relativi alla privatizzazione dell’azienda.

“La verità  – prosegue Luciano – è che questa privatizzazione acefala è una stupidaggine gigantesca che farà  solo danni al Paese, ai cittadini italiani e ai lavoratori delle Ferrovie.

Tra l’altro non abbiamo elementi di chiarezza e il Ministro Delrio non ha ritenuto di spiegarci nulla nonostante le reiterate richieste di incontro.

Quindi, in attesa di conoscere il destino di chi la ferrovia ha contribuito parecchio ad aggiustarla, resta il come. Dalle dichiarazioni stampa c’è un solo percorso che sembra chiaro: quello di separare la rete dal resto. Vecchio sogno di chi le Ferrovie le vuole spolpare lasciando l’osso alle tasse dei cittadini.

Delrio ci spieghi perché qualcuno dovrebbe mettere soldi al di fuori dell’Alta Velocità  in Trenitalia. Il resto è in perdita!

Dove sarebbe lo sviluppo futuro? Trasporto dei pendolari e trasporto merci chi li sosterrebbe? E gli Intercity? Lo capisce anche un bambino che è una gigantesca speculazione di chi vuole la fine delle Ferrovie dello Stato”.

Aggiunge il Segretario generale: “Siamo d’accordo solo su alcune cose lette oggi: massimo il 40% delle quote e l’azionariato diffuso compresi i dipendenti. Per il resto pensiamo che, laddove non vi siano chiarimenti, occorrerà  mobilitare la categoria per un futuro sviluppo ulteriore di un gruppo industriale i cui lavoratori meritano più considerazione è più rispetto di quanto questo Governo faccia oggi”.

Conclude Luciano: “Post scriptum per il Presidente Renzi: le Ferrovie sono un’azienda complessa dove manager improvvisati e professori possono solo fare disastri. Maneggiare con cura”.

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