13 Marzo 2012
I dati che ci giungono sull’adesione allo sciopero generale del comparto igiene ambientale parlano di una straordinaria mobilitazione contro il cosiddetto “Decreto crescitalia”, il dl Liberalizzazioni proposto dal Governo. L’adesione convinta dei lavoratori è la migliore risposta alla sciagurata idea di svendere il comparto di gestione dei rifiuti al mercato, senza regole e senza diritti, all’arroganza del Governo che ha negato il confronto alle parti sociali e umiliato la democrazia parlamentare.
In Lombardia l’adesione media è dell’80%, in ASIA Napoli al 60%, in Toscana al 90% con l’azienda di Firenze al 95%, a Torino al 90%, a Genova al 90%, in Ama a Roma al 60%, in Emilia Romagna oltre l’80%. Una buona adesione si registra anche nel Sud del Paese.
L’articolo 25 del DL 1/2012 non è indirizzato a uno sviluppo regolamentato del comparto e alla sua modernizzazione, ma lo abbandona alla giungla dei profitti senza tutelare ambiente e lavoro. Se lo sviluppo passa dall’aumento della tassa sui rifiuti, dalla polverizzazione delle imprese, dalla rottura del ciclo dei rifiuti, dall’esproprio delle competenze dei Comuni sul governo del territorio e dall'”allargamento” del perimetro degli appalti in odor di mafia, allora preferiamo essere nemici di questo strano modo di pensare alla modernizzazione del ciclo dei rifiuti.
La forte adesione allo sciopero non fa che aumentare la forza delle rivendicazioni avanzate unitariamente in questi mesi da Fp-Cgil, Cisl-Fit, Uil Trasporti e Fiadel. Al Ministro Clini e al Governo chiediamo l’apertura di un tavolo nazionale sul comparto igiene ambientale e un ripensamento sull’art.25, un passo indietro che parta da quel confronto che in questi mesi è purtroppo mancato.