6 Gennaio 2012
I lavoratori e le lavoratrici dell’igiene ambientale delle aziende private saranno in sciopero i prossimi lunedì 16 e martedì 17 gennaio. A proclamare l’agitazione sono stati unitariamente tutti i sindacati del settore.
«Ci dispiace arrecare un disservizio ai cittadini e ci dispiace che – in tempi di stretta crisi come quelli che corrono – i lavoratori debbano rinunciare a due giorni di stipendio, ma siamo costretti dall’insensibilità delle aziende che insistono a non voler chiudere una vertenza che dura ormai da troppi mesi». Queste le parole di Pasquale Paniccia e Angelo Curcio, dirigenti sindacali della FIT-CISL, nel commentare l’escalation del confronto per il rinnovo di un contratto nazionale di lavoro scaduto ormai da tredici mesi.
«Dopo aver firmato il contratto con Federambiente – l’associazione che rappresenta le aziende datoriali pubbliche – sono ora i “privati” di Fise/Assoambiente a non voler accedere al “contratto unico”, un obiettivo irrinunciabile per la categoria», sottolineano Paniccia e Curcio, aggiungendo poi che «Quello dell’igiene ambientale è non solo un servizio basilare per la sana vivibilità dei nostri territori, ma è anche un settore strategico e promettente della nostra economia, un settore in cui è certamente giusto investire per creare profitti, ma in maniera sana e senza mai rinunciare alla tutela dei lavoratori».
«Non avremmo voluto creare disagi nelle città , né che i lavoratori rinunciassero ai loro meritati emolumenti, ma è necessario agire tutti insieme per difendere i salari – già mortificati dall’inflazione e dall’accanimento delle imprese – e per firmare il contratto unico di settore – uno strumento utile anche a regolare la liberalizzazione del settore dell’igiene ambientale», precisano Curcio e Paniccia.
«Nel settore privato, le aziende non possono pensare solo ai profitti negando i diritti e la qualità . Anche in quest’ambito è necessario migliorare le garanzie e la salute sui posti di lavoro e fornire ai cittadini un ambiente sostenibile a tariffe accessibili», sottolineano i sindacalisti della FIT-CISL, ma – aggiungono – Â«È necessario, inoltre, evitare frantumazioni del ciclo dei rifiuti e opporsi alla logica delle imprese private che vogliono scaricare solo sulle retribuzioni il problema dei ritardi di pagamento, strumentalizzando lo sciopero nei confronti dei comuni».