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Lavoratrici Europee nei Trasporti. Iniziative della Federazione del settore, ETF, per le pari opportunità 

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17 Ottobre 2011

Un “pacchetto di genere” per le donne che lavorano nel settore-trasporti in Europa. Su questo tema la Federazione Etf, della quale è parte attiva la nostra FIT-CISL, sta avanzando a rapide tappe, per cogliere un obiettivo di promozione (promoting equality), che coinvolge ovviamente non solo le donne e i giovani in generale, ma tutto il sindacalismo continentale.
Ultimo traguardo su tale percorso una conferenza svoltasi a Sofia con la partecipazione di 77 sindacaliste provenienti da 21 stati europei appartenenti a diverse sigle sindacali. Tra queste la Fit che ha potuto dare il proprio contributo attraverso Rosanna Ruscito, Segretaria nazionale e Francesca Di Felice, responsabile del Coordinamento donne nazionale.
Obiettivo della conferenza, quello di fare il punto sul pacchetto (gender training package) elaborato con il supporto dei sindacati associati che hanno dato il loro contributo anche attraverso la compilazione di diversi questionari divisi per settore dei trasporti.
Il pacchetto di genere – spiegano le sindacaliste Fit – costituisce un fondamentale strumento di supporto per tutti i sindacalisti e attivisti che si occupano di politiche di genere. In esso sono individuati i piani formativi necessari a conseguire la giusta preparazione sulla materia e gli strumenti adeguati a far fronte alle mutevoli esigenze delle lavoratrici del settore dei trasporti.
Come si articola – chiediamo – il pacchetto di genere della Etf?
Il pacchetto è costituito da tre moduli formativi sui temi della: leadership al femminile; su donne nella contrattazione collettiva e su parità  di retribuzione; diritto alla pensione, lavoro dignitoso e salario minimo. Inoltre al “pacchetto” sono allegati un glossario, approfondimenti, consigli pratici e suggerimenti.
Come si è svolta la Conferenza di Sofia?
I partecipanti sono stati divisi in gruppi di lavoro che, guidati da Nina Fedenzuk, esperta del progetto Etf Transunion, hanno arricchito e testato il pacchetto per adattarlo alle esigenze attuali. Tra le proposte risultanti dai gruppi di lavoro le due sindacaliste Fit evidenziano la prioritaria necessità  di diffondere la cultura della genitorialità , e non solo della maternità , coinvolgendo donne e uomini nella condivisione delle responsabilità  famigliari. Tra i moduli formativi da sviluppare, per far fronte alla crisi economica che sta coinvolgendo molti paesi europei, è risultato poi indispensabile trattare temi quali economia, redazione e lettura di bilanci societari, sviluppo e valutazione della produttività . Inoltre, la conferenza è stata anche l’occasione per ricercare possibili sviluppi futuri della formazione di genere, al di là  del progetto Transunion, e condividere esperienze e proposte nel campo della parità  di genere.
Nelle due giornate di lavori nella capitale bulgara sono stati tra l’altro presentati la relazione finale del seminario svoltosi nel novembre 2011 a Sesimbra (Portogallo) sul tema “Crisi economica: analisi del diverso impatto tra donne e uomini nel settore dei trasporti” ed il “Piano di azione di genere Etf per il periodo 2009-2013” in cui si inquadra il progetto Transunion e la conferenza di Sofia.

Donne Europee nei trasporti? Solo un quarto del totale.

In sintesi dove puntano le lavoratrici europee dei trasporti, che voi avete rappresentato a Sofia?
Il piano di azione di genere coincide con il programma di lavoro sulle pari opportunità  alla luce delle mutate esigenze delle donne nel nostro settore, concludono le due dirigenti della FIT-CISL e tra gli obiettivi che i suoi associati si impegnano a conseguire per il periodo 2009-2013. Ci limitiamo ad evidenziare: una migliore ed equilibrata rappresentanza delle donne nei sindacati e nei loro organi decisionali; l’istituzione di organismi sindacali con delega sulle politiche di genere sul lavoro e nel sindacato; l’obiettivo di una forte connotazione di genere della contrattazione collettiva ad ogni livello; il conseguimento di una rappresentanza equilibrata delle donne nelle sedi di negoziazione sindacale; migliore formazione in materia di parità  per tutti i negoziatori sindacali (donne e uomini); la compilazione di una banca dati, strumento utile per la contrattazione collettiva di genere. Tutto ciò per migliorare la cultura della parità  nei trasporti, in uno dei settori in cui la sottorappresentazione femminile è più marcata; in Europa solo il 25 percento della forza lavoro dei trasporti è infatti rappresentata da donne.
Dice infine Rosanna Ruscito che le sfide per i sindacati dei trasporti si debbano concretizzare nell’aumentare la femminilizzazione della forza lavoro nel settore, integrando e arricchendo le politiche sindacali e la contrattazione collettiva con la dimensione di genere, migliorando le condizioni di lavoro anche rispondendo alle esigenze di conciliazione, superando il problema del gap salariale e agevolando la partecipazione delle donne in tutti gli aspetti della vita sindacale e sociopolitica. Questa chiave di lettura, ed è ormai in termini generali opinione condivisa, viene vista come uno dei modi per migliorare la crescita ed il tasso di occupazionale in Europa come in ogni paese ed in ogni settore ad ogni livello.

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