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Anas, sindacati: sempre più a rischio il presidio della rete stradale nazionale

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Documenti - Anas, sindacati: sempre più a rischio il presidio della rete stradale nazionale

24 Novembre 2016

Le segreterie nazionali di Filt Cgil – FIT-CISL – Uilpa Anas – Sada Fast Confsal – Snala Cisal e Ugl Viabilità  e Logistica, costantemente impegnate in un confronto con Anas, teso ad assicurare la sicurezza dell’utenza stradale e dei lavoratori, denunciano l’impossibilità  di attuare gli ambiziosi piani industriali elaborati e diffusi dall’attuale management aziendale, per l’assenza di strumenti legislativi attuativi nella DDL Bilancio 2017.

Anas, un’azienda che contava 12.000 dipendenti ed organizzata attraverso un modello organizzativo derivante dal DPR 1126/81, si ritrova oggi ad essere fortemente ridimensionata, con un organico di sole 5.800 unità , con un numero assolutamente insufficiente di personale destinato alla sorveglianza delle strade (cantonieri e tecnici), costretta ad appaltare all’esterno attività  per le quali, i pochi operatori rimasti, rispondono civilmente e penalmente anche a fronte dell’esiguità  dei finanziamenti per la manutenzione negli ultimi anni della rete stradale, salvo la recente inversione di tendenza.

Le scelte politiche di contenimento della finanza pubblica che dal 2010 inseriscono l’Anas tra le società  pubbliche, con i conseguenti limiti operativi derivanti dal blocco assunzionale, subordinano la sicurezza dell’utenza e degli operatori a mere logiche di bilancio, senza prendere in considerazione le inevitabili ricadute in termini di perdita di vite umane e di sicurezza della rete stradale.

Il 5 dicembre prossimo, i sindacati chiederanno al presidente Armani, ad ormai quasi due anni dal suo insediamento, le ragioni per le quali non sia riuscito, dopo svariati annunci e rassicurazioni, a trasferire al Governo la necessità  di rilanciare l’azienda attraverso un processo di internalizzazione delle attività  istituzionali, nonché di invertire il trend negativo occupazionale. L’assenza di norme su Anas nel DDL Bilancio 2017 ne è, appunto, una chiara testimonianza.

Secondo il sindacato non è chiaro, a questo punto, se le numerose dichiarazioni di Armani siano semplice espressione di un suo pensiero o se lo stesso abbia sottovalutato lo spessore degli obiettivi che si era dato, e se il Governo, attraverso il Ministro Delrio, ne condivida la portata e ne supporti l’attività . Per questo motivo, sono stati richiesti dalle scriventi, un incontro specifico con il Ministro ed audizioni presso le Commissioni di Camera e Senato competenti in materia di Infrastrutture e Lavoro.

I nuovi obiettivi attribuiti ad Anas, chiamata a ricoprire anche il ruolo di gestore primario della viabilità  regionale, attraverso convenzioni con gli Enti Territoriali interessati (Marche, Lazio, Liguria etc.), è seriamente a rischio e può aprire un processo di nuove esternalizzazioni che va in direzione contraria alle previsioni del Piano industriale di Anas.

Appare chiaro infatti che, senza personale, non solo non sarà  possibile presidiare e manutenere in sicurezza la rete attualmente in gestione, ma anche le diverse migliaia di chilometri in fase di rientro.

Non sarà  possibile inoltre realizzare progettazione ed effettuare un’efficace direzione lavori per le nuove opere stradali, né svolgere in maniera efficace il nuovo ruolo di soggetto attuatore per la ricostruzione delle zone terremotate attribuito ad Anas.

In tale contesto, il preannunciato progetto di riassetto territoriale di Anas in via di implementazione, risulta pleonastico e intempestivo oltre che inapplicabile, e determina, come da sempre dichiarato dai sindacati, forti elementi di perplessità . In assenza di un confronto costruttivo ed articolato di merito, dichiarano sin d’ora che il 5 dicembre chiederanno formalmente il rinvio della sua attuazione prevista per il 9 gennaio e di non poter sottoscrivere alcuna intesa in proposito.

Il sindacato, nel previsto si aspetta un chiarimento sull’articolo pubblicato recentemente dal Corriere della Sera, che ha suscitato estremo malessere ed indignazione negli uomini e nelle donne di Anas. Quanto riportato dalla stampa ha nuovamente leso l’immagine dei tanti lavoratori e lavoratrici onesti, profondamente delusi per alcune affermazioni che appaiono il risultato di una non chiara conoscenza dell’azienda. Anche il riferimento ad una presenza pletorica di personale di esercizio in alcuni territori suscita non poche perplessità ; chi conosce bene l’azienda, infatti, sa che la carenza di personale è su tutto il territorio nazionale, con picchi più elevati al Nord.

In mancanza di risposte certe dall’incontro con Armani, ed in assenza di una rapida convocazione da parte del Ministero, preannunciano sin d’ora l’organizzazione di iniziative nazionali a sostegno dell’occupazione e della sicurezza stradale e per la risoluzione delle problematiche dei lavoratori dell’Anas, convinti che Azienda, Ministero e Governo, si debbano fare carico immediato di esigenze che, oltre che essere dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Anas, sono principalmente del Paese.

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