22 Luglio 2011
Metropolitane chiuse, autobus in rimessa da nord a sud, treni fermi in tutta Italia, adesione quasi unanime dei lavoratori con percentuali tra l’85 e il 97%. È questa la situazione attuale determinata dallo sciopero proclamato da tutti i sindacati per il rinnovo del contratto della mobilità e il rilancio del settore. È quanto sottolinea il Segretario Generale della FIT-CISL Giovanni Luciano.
La mobilitazione dei lavoratori – prosegue Luciano – è uniforme in tutto il Paese: a Roma ferme le linee della metropolitana, livelli di adesione tra l’85 e il 90%. Pressoché identica la situazione a Milano; a Torino bloccata la metropolitana e il 90% degli autobus, stessa situazione a Genova con adesioni del 97%; percentuali omologhe si registrano a Venezia e a Bologna con oltre il 90%, a Napoli ferme circumvesuviana, metropolitane e funicolari, nonché l’85% degli autobus, trasporto pubblico bloccato anche a Bari , Cagliari e Palermo con percentuali oscillanti tra il 75 e l’85%.
Una situazione – sostiene Luciano – che evidenzia la gravissima situazione nella quale versano i lavoratori della categoria, costretti ancora una volta a causare oneri ai cittadini, per l’incomprensibile inerzia del Governo, delle Regioni, unita alla pervicace e pretestuosa chiusura all’accordo perseguita dalle parti datoriali e dalle aziende.
Sono 843 giorni – ribadisce con forza Giovanni Luciano – che oltre 220.000 addetti del settore mobilità attendono il sospirato rinnovo del contratto di lavoro per ferrovie, trasporto pubblico locale e appalti ferroviari.
Siamo in presenza di un disinteresse inaccettabile quanto colpevole, basti ricordare – sottolinea Luciano – che nei 112 giorni trascorsi dall’ultimo sciopero del 1° aprile scorso nulla si è modificato negli atteggiamenti e nei comportamenti dei datori di lavoro. Sembrano cadute nel vuoto anche le formali richieste di incontro avanzate al Governo dai Segretari Generali Confederali.
La FIT-CISL oggi chiede con il rinnovato preponderante sostegno di tutti i lavoratori – annota Giovanni Luciano – prioritariamente l’immediato rinnovo del contratto e nel contempo: la riduzione dei costi del sottobosco della politica locale tramite la riduzione delle attuali 1200 aziende del Trasporto Locale; l’istituzione di un Ente Nazionale Bilaterale per gestire la ristrutturazione di un settore che deve smettere di essere gestito con logiche assistenzialistiche foriere di costi non più sopportabili per la collettività ; la certezza del trasferimento al trasporto pubblico dei fondi provenienti dal relativo prelievo da accisa sul gasolio da autotrazione, cosa che oggi non avviene in tutte le regioni.
Metteremo in campo, già dai prossimi giorni, altre azioni rumorose, tramite i clacson degli autobus e i fischi dei treni, per ricordare a tutti quanto grave sia la situazione del trasporto pubblico su ferro e su gomma. Una crisi che le istituzioni sembrano ignorare pervicacemente, ma che non è giusto debba ricadere sui lavoratori e sui cittadini, ai quali chiediamo scusa e comprensione.
L’inerzia del Governo e degli enti locali ha consentito fino ad oggi alle parti datoriali – conclude il Segretario Generale della FIT-CISL – di non assumersi le dovute responsabilità in tema di contratto, di riassetto del trasporto pubblico locale, di potenziamento dei collegamenti ferroviari, con l’unico risultato di gravare ancor più sui lavoratori che, pur avendo notevolmente aumentato gli indici di produttività , non dispongono di alcun recupero salariale.
Diciamo basta ad ogni rimpallo di responsabilità , impegneremo ulteriormente tutte le nostre forze per assicurare ai lavoratori un futuro sicuro, agli oltre 20milioni di cittadini che li utilizzano quotidianamente trasporti convenienti, di qualità ed efficaci.