10 Gennaio 2012
Mancato rinnovo del contratto di lavoro della mobilità ; crisi del trasporto pubblico su ferro e su strada; ruolo strategico del sindacato nel settore. Questi i temi di un meeting nazionale dei coordinamenti delle aree contrattuali del trasporto ferroviario, del tpl ed internavigatori del Dipartimento Mobilità di Cisl Trasporti.
Come è noto, i lavoratori del settore hanno scioperato, ultimamente a metà dicembre per sostenere gli obiettivi programmati nella loro piattaforma sindacale unitaria. La riunione, svoltasi ad Ostia presso l’Airport Palace Hotel, è stata aperta dal segretario nazionale Fit, Michele Imperio, responsabile del Dipartimento che ha inquadrato il tema nella più generale situazione politica ed economica. In gioco non sono infatti soltanto il mancato rinnovo del contratto e i tagli dei finanziamenti al servizio pubblico locale e al servizio ferroviario universale, a cui si sono aggiunti i pesanti interventi al sistema previdenziale che andranno a penalizzare ulteriormente i lavoratori che svolgono mansioni pesanti, faticose e usuranti.
I provvedimenti del precedente governo, che hanno fortemente tagliato i finanziamenti al servizio pubblico locale e al servizio ferroviario -ha detto tra l’altro Imperio- rischiano di determinare una forte riduzione del servizio pubblico e gravi conseguenze per l’occupazione dei dipendenti del settore e dell’intero indotto già nell’occhio del ciclone con la questione dell’accompagnamento ferroviario notturno. Il nuovo governo ha messo in atto il rifinanziamento del trasporto pubblico locale, che all’apparenza potrebbe sembrare una buona notizia, ma che in realtà è ancora al disotto delle effettive necessità . Sul versante liberalizzazioni il Governo Monti si propone di emanare disposizioni dirette a realizzarle in modo compiuto attraverso un’efficiente regolazione del settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture. Le condizioni di accesso saranno garantite da un’Autorità indipendente da individuare tra quelle esistenti.
E’ in questo panorama che permane irrisolta la vertenza del ccnl della Mobilità bloccata dalla fine di ottobre sui due tavoli di categoria. Sul versante del tpl le associazioni datoriali si sono poste in un atteggiamento di totale avversione rispetto alle proposte di modifica dell’attuale disciplina normativa. Asstra e Anav, indifferenti alle mutate condizioni di riferimento, continuano ad ostacolare un vero processo di riforma perseguendo vecchie strategie ad unica salvaguardia delle rendite di posizione delle imprese che rappresentano, cercando di sfruttare il tavolo negoziale solo per ottenere fondi attraverso il ricatto occupazionale.
Nelle Attività Ferroviarie le parti datoriali hanno interrotto il confronto insoddisfatte delle posizioni relative all’orario di lavoro, alla classificazione professionale e allo svolgimento del rapporto di lavoro. A questo si aggiunge la posizione avversa presa dal Gruppo FS sulla questione dei servizi di pulizia ferroviaria, accompagnamento e manutenzione notte e ristorazione a bordo.
I presupposti -sottolinea la FIT-CISL- non si mostrano affatto ottimali in una dimensione in cui vi è l’urgenza, unitariamente condivisa, di una riforma strutturale del TPL e di una adeguata regolamentazione delle fasi di liberalizzazione nell’ambito della quale fissare obiettivi quali: l’aggregazione delle 1200 aziende di tpl; la fissazione di precise regole per l’affidamento dei servizi attraverso l’individuazione di bacini di utenza adeguati; la previsione di un sistema di ammortizzatori sociali che possa contenere i potenziali esuberi derivanti dalle aggregazioni aziendali; una regolazione contrattuale del settore ferroviario che possa contrastare il dumping sociale nelle future fasi di liberalizzazione; l’individuazione di giuste risposte alle aspettative economiche dei lavoratori per l’intero triennio contrattuale 2009-2011.
Il rifinanziamento, comunque inadeguato, non deve rappresentare un pericolo di arresto di questo processo condiviso unitariamente e mal digerito dalle associazioni datoriali. Probabilmente sarà necessario avanzare delle aperture alle proposte datoriali su entrambi i tavoli, ma nel giusto modo e con l’adeguato riconoscimento.
Continueremo il confronto con il nuovo Governo -ha continuato Imperio- affinché prenda in esame le proposte già avanzate e condivise unitariamente per superare l’attuale situazione di insofferenza dando il via ad un dibattito caratterizzato da diversi interventi che si sono susseguiti nell’arco delle due giornate e da cui sono emerse proposte e preoccupazioni. Eliminare gli sprechi, ridurre i costi della politica, proseguire sul versante della riforma del TPL, voglia di essere parte attiva del processo di cambiamento che inevitabilmente coinvolgerà il trasporto pubblico locale e ferroviario, possibilità di aperture sull’aumento delle flessibilità , ma dietro adeguato riconoscimento economico. Sono queste solo alcune delle riflessioni emerse dal nutrito dibattito che ha coinvolto i Coordinamenti di Area nei lavori del meeting FIT-CISL.
Da evidenziare infine le affermazioni del segretario generale di Cisl Trasporti, Giovanni Luciano che prendendo parte ai lavori ha sottolineato come la Cisl ora scioperi per la mancanza di un interlocutore. Mancanza di ascolto da parte del governo tecnico chiamato in causa per gestire l’emergenza attraverso il rigore, la crescita e l’equità . “Il momento difficile che stiamo vivendo ci obbliga a sforzi notevoli in cui saremo chiamati a scegliere in un’ottica riformista. Difendere il lavoro o difendere il non lavoro. Lavorare di più e guadagnare di più o perdere posti di lavoro. Contrattare per gestire il cambiamento e contribuire a risolvere i problemi, nell’ambito di un confronto attento e rispettoso dei modelli unitari, oppure pensare di risolvere le crisi con la sola opposizione sterile che rischia di ridurre il ruolo del sindacato a quello di curatore fallimentare dei posti di lavoro.
In questa ottica -ha soggiunto il leader Fit- dobbiamo aprire il confronto con il nuovo Ministro, dobbiamo trovare la sede in cui riaprire il tavolo. E’ necessario prevedere delle aperture alle proposte datoriali. Non possiamo continuare a dire solo no. I lavoratori che rappresentiamo ci chiamano alla contrattazione e accetteranno di lavorare di più se questo verrà riconosciuto economicamente. Abbiamo la necessità di aprire un confronto serio e reale con le altre organizzazioni sull’accorpamento delle aziende di Tpl, sulla riduzione dei costi della politica per denunciare e combattere gli sprechi e dare risposte concrete ad uno dei pochi settore che non è in crisi perché la domanda di trasporto non è mai diminuita. Le gare sono un falso problema il problema reale è la sostenibilità delle aziende. Un sostenibilità che va conquistata solo con il rigore di bilancio e l’equità se si vuole perseguire una crescita reale.
Ci attende dunque -conclude Luciano- un percorso virtuoso nel quale lavorare contro gli sprechi, contro i tagli lineari per la riduzione dei costi della politica per la riprogrammazione e razionalizzazione del sistema della mobilità . Tutto questo per tutelare il lavoro. E’ questo il momento di scegliere. Battersi per il lavoro, per il mantenimento dei posti di lavoro e per favorire gli investimenti”. (Francesca Di Felice)