20 Aprile 2015
“La legge sugli scioperi nel servizio pubblico è già inasprita al massimo. E oltretutto i costi li pagano sempre lavoratori e cittadini, le aziende mai”, così Giovanni Luciano, Segretario generale della FIT-CISL, risponde il 20 aprile sul Corriere della Sera al Ministro dei Trasporti Graziano Delrio che, in un’intervista rilasciata il giorno prima allo stesso quotidiano, aveva detto testualmente: “E’ chiaro che sugli scioperi servono regole più stringenti”. Il Ministro si riferiva al caos verificatosi il 17 aprile a Roma, in occasione della protesta dei lavoratori del trasporto pubblico locale indetta da una sigla sindacale.
Luciano ha aggiunto: “Sarebbe un errore clamoroso. Però non può essere che chiunque, anche il più piccolo sindacatino, si alza la mattina e proclama un’agitazione. Occorre collegare la possibilità di indire lo sciopero alla rappresentanza effettiva dei lavoratori, perché anche chi conta pochissimo riesce da solo a bloccare tutto l’ingranaggio”.
Il Segretario generale si riferisce anche all’iniziativa della FIT-CISL chiamata “sciopero intelligente”, con la quale la Federazione si è occupata proprio di questo problema: ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare, ora all’esame della XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, che propone di riequilibrare la legge 146/90, la quale oggi, pur essendo estremamamente severa, non raggiunge l’obiettivo prefissato, cioè ridurre la conflittualità .
La FIT-CISL propone invece di far pagare gli scioperi anche alle aziende, che spesso sono le prime responsabili delle tensioni con i lavoratori e se ne disinteressano, mentre attualmente pagano solo i cittadini, danneggiati dalle proteste, e i lavoratori, che per protestare rinunciano allo stipendio. Con la proposta della Fit, invece, gli scioperi diventeranno più efficaci e meno necessari e i cittadini saranno rimborsati.
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