22 Luglio 2015
EFFETTI PREVIDENZIALI
Oltre agli altri elementi che ci spingono a esprimere VOTO CONTRARIO all’ipotesi di accordo ci sono
i riflessi economici sul salario differito e sulla pensione collegati agli incrementi della parte variabile del
salario con particolare riferimento all’indennità di assenza dal presidio.
Facciamo due conti su quanto ci si perde in termini pensionistici e di TFR ipotizzando che tale
indennità si incrementi di 100 euro mensili, ovvero 1100 euro annui ipotizzando 11 mesi di lavoro e uno
di ferie.
Solo di TFR ci si rimettono, annualmente, 76 euro che in 35 anni, ipotizzando inflazione zero e solo la
rivalutazione dell’1,5% annuo diventano 3.516 euro. Nel caso in cui l’inflazione sia al 2%, come da
obiettivi della Banca Centrale Europea, la perdita ammonta a 4.732 euro .
Per quanto riguarda la pensione se ipotizziamo una permanenza al lavoro di 35 anni e un’età di
pensionamento di 63 anni (il minimo oggi già previsto dalla legge Fornero per coloro che sono soggetti
al calcolo della pensione con il metodo contributivo) ipotizzando un tasso di rivalutazione del montante
contributivo dell’1% annuo la perdita sulla pensione ammonta a 57 euro al mese, ovvero 689 euro
annui, che si sarebbero potuti percepire vita natural durante nonché essere, poi, resi disponibili
per l’eventuale reversibilità ai superstiti.
Pronta disponibilità in turno (PdT) per il PdM, Train Manager e Train Specialist
L’accordo prevede la soppressione dell’indennità base della PdT (€ 12,00 a giornata) con un taglio
certo di € 48,00 per ciascun mese di lavoro.
La flessibilità a costo zero viene estesa con l’accordo anche a TM e TS.
Provvigioni per il personale di bordo
L’accordo prevede per TM e TS – 6% sulla flex e il -7% sulla Economy.
L’azienda disciplinerà l’attività di vendita e controlleria OCCASIONALE da parte di H/S di bordo.
Non è chiaro – nell’accordo – quale percentuale di provvigione sarà attribuita a Hostess/Steward per le
vendite di servizi accessori.
Così come è strutturato l’accordo non è migliorativo, complessivamente, dei trattamenti
attualmente in atto e non introduce meccanismi per il riconoscimento della parte più pregiata
delle prestazioni lavorative.
Per queste ragioni nei giorni 22 e 23 luglio 2015 è opportuno esprimere
VOTO CONTRARIO
per bocciare l’Ipotesi di accordo del 15 luglio 2015 e riaprire la trattativa.
Roma, 22 luglio 2015
La Segreteria Nazionale