22 Febbraio 2017
COMUNICATO
21 febbraio 2017
Mentre la società aerea Italo-Araba è in balia dei burrascosi venti, torniamo a chiedere per l’ex gioiello tecnologico AMS, nata da una costola della vecchia Alitalia Lai e vittima della carnefice Alitalia Sai-Etihad, una soluzione di recupero occupazionale per tutti gli ex dipendenti che in quel mondo aeroportuale, fino ad un anno e mezzo fa, ne facevano parte. Rivendichiamo il diritto al lavoro sancito dalla nostra costituzione in quanto esso c’è ma lo cediamo ad altri all’estero ed il fatto di essere le prime vittime dello scellerato criterio decisionale di Alitalia-Etihad che, senza troppi scrupoli, indugi e valutazioni tecnico economiche, si è sbarazzata della perla AMS che aveva in seno.
Se il loro obiettivo era la riduzione dei costi a partire dalle revisioni e manutenzioni dei motori e non solo, il risultato si è rivelato disastroso. Ciò che sta emergendo in questi ultimi tempi ne è la testimonianza dove, dai recenti bilanci pubblicati, si evince tutto ciò. I costi lievitati del 30% circa sulle attività cedute alla Bedek, come appunto quelle manutentive e di revisione motori, confermano quanto andavamo dicendo in tutto questo tempo sulla necessità di avere una società come AMS all’interno del perimetro. I continui appelli al management di Alitalia – Etihad per scongiurare il fallimento di Alitalia Maintenance Systems poi avvenuto e da loro causato, sono caduti nel vuoto seppur rivendicando l’affidabilità di anni in termini di sicurezza e di economicità dei nostri tecnici. La nostra vicenda è sul tavolo delle istituzioni da troppo tempo e ancora oggi non vi è una soluzione seria e tangibile che possa dare prospettive future a tutti i lavoratori coinvolti e vessati, oltretutto, dalla mancanza del sostegno al reddito da oltre un anno. Nei numerosi incontri istituzionali tenutisi fino ad oggi, abbiamo raccolto certamente la sensibilità e la volontà nel voler rilanciare l’industria aeronautica Italiana fatta di tradizione, professionalità e competenza, patrimonio del nostro paese che, per effetto dei continui fallimenti di Alitalia, rischia di sparire per sempre dai mercati internazionali.
Pertanto, ci aspettiamo che all’interno della vicenda Alitalia, vengano trovate soluzioni di sistema dove il Governo, la Regione Lazio e i Comuni di Roma e Fiumicino siano parte attiva e non semplici spettatori. Per tutte queste ragioni, annunciamo la nostra partecipazione al sit in di protesta della prima azione di sciopero generale del trasporto aereo indetto per il giorno 23 febbraio dalle ore 14 alle ore 18 in aeroporto a Fiumicino insieme alle altre aziende dell’indotto perché vogliamo dire al nostro paese che noi ci siamo e vogliamo continuare ad esserci.
Segreterie AMS FILT CGIL FIT CISL UILTRASPORTI UGLTRASPORTO AEREO