24 Dicembre 2020
L’Editoriale de La Voce dei Trasporti N. 1/2020
Nei notiziari di fine 2020, le immagini dedicate all’avanzata della pandemia e agli sforzi collettivi per contrastarla sono state inevitabilmente dominanti. L’inizio del 2021 ci ha però consegnato, tra le immagini dal maggiore impatto e più frequentemente trasmesse, anche istantanee di un altro tipo di malattia, un virus che ha come bersaglio non gli esseri viventi ma quella forma di governo tanto preziosa quanto delicata che è la democrazia. Mi riferisco alle foto e alle riprese che ci sono arrivate in tempo reale dal cuore istituzionale degli Stati Uniti, il Campidoglio di Washington: i tumulti che ci sono stati il 6 gennaio durante un comizio del Presidente uscente Donald Trump hanno infranto non solo alcune finestre del Congresso ma anche i valori fondativi di una nazione che più di altre incarna, nella storia moderna, l’idea di democrazia, di libertà e di progresso. L’attacco a Capitol Hill ha causato 5 morti – tra cui un agente che ha provato a fermare l’assalto – e molti ferimenti. Ma sul piano simbolico la ferita ha una dimensione globale. Sì, anche la democrazia – persino la più solida al mondo – può ammalarsi, se il suo sistema immunitario si indebolisce, se i suoi anticorpi non riescono a proteggerla da pericoli, quali l’intolleranza e l’odio che fa leva sulle differenze e sulle disuguaglianze, e dall’incapacità di discernere le parole di verità dalle fake news messe in circolo per infiammare gli animi…