24 Luglio 2015
II 355 voti contrari all’intesa del 15 luglio 2015 hanno superato, con una percentuale dell’85%, abbondantemente i 62 voti favorevoli.
Attraverso la bocciatura del documento, le lavoratrici e i lavoratori, oltre a respingerne i contenuti perché incoerenti, quando non in contraddizione, con le posizioni presentate formalmente (vedi doc. Ntv 18 giugno 2015) dalla stessa azienda, hanno voluto sollecitare, ancora una volta, i vertici di Ntv a i intervenire con efficaci segnali di discontinuità per mettere fine a uno stile gestionale che, nel tempo, si è rivelato inefficiente, inefficace ed è diventato intollerabile oltre che insostenibile.
La volontà delle lavoratrici e dei lavoratori è prevalsa nonostante le pressioni (che non potranno più essere ammesse) poste in essere da soggetti che, in funzione del ruolo rivestito e delle connesse responsabilità , dovrebbero avere un atteggiamento imparziale e orientato a perseguire esclusivamente obiettivi aziendali.
Le lavoratrici e i lavoratori, a causa delle discutibili scelte strategiche del management di Ntv, stanno pagando in prima persona – da aprile 2014 – con decurtazioni del loro stipendio pur non avendo avuto alcun ruolo e alcuna responsabilità rispetto ai risultati economici che hanno determinato lo stato di crisi dal quale si sta tentando di uscire.
Tuttavia continuano a fare giornalmente del loro meglio per sopperire a tutte le carenze organizzative che si verificano ancora troppo spesso.
I lavoratori di Ntv sono consapevoli che la stagione dei sacrifici non è vicina al termine.
Proprio per tale ragione occorrono comportamenti responsabili e un cambio di rotta dello stile gestionale che deve necessariamente garantire il coinvolgimento di tutti gli stakeholders senza puntare – come è avvenuto la sera del 15 luglio 2015 – a creare fratture fra le organizzazioni sindacali.
Le lavoratrici e i lavoratori di Ntv hanno quindi dimostrato di voler essere presi maggiormente in considerazione.
A questo punto atteso che il 15 luglio 2015 non esisteva alcuna urgenza (gli effetti dell’ipotesi di accordo qualora fosse risultata idonea si sarebbero prodotti dal 1° ottobre 2015) l’azienda deve tornare al tavolo di trattativa con un diverso approccio, più coerente con le esigenze produttive e industriali e attento alle richieste dei lavoratori, ovvero di chi finora ha fatto di tutto per risollevare l’azienda.
Tutti i soggetti interessati devono essere impegnati a ricercare le giuste soluzioni ai problemi (e non scuse per non risolverli) e a favorire la pace sociale anziché praticare, con tecniche moderne, tattiche di “divide et impera” che i fatti hanno dimostrato essere poco efficaci quando non foriere di disastri.
Roma, 24 luglio 2015
La Segreteria Nazionale