6 Maggio 2011
FILT-CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI
Comunicato Unitario
In questi giorni si è aperta la polemica sull’aumento del prezzo dei biglietti nei collegamenti con le isole, in particolare con la Sardegna.
Il Sindacato ha partecipato ad una riunione in Confitarma tra armatori del Settore ed Associazioni dei Consumatori sardi che doveva avviare un confronto di merito più approfondito.
Evidentemente si sono inseriti nella vicenda strumentalizzazioni di carattere politico non oggettive che rischiano di vanificare ogni confronto.
I soggetti principali coinvolti nella vicenda di cui sempre tenere conto sono i consumatori, i
lavoratori e le Aziende che gestiscono i servizi.
Circa i consumatori, ovvero la congruità degli aumenti, è chiamato a pronunciarsi il Garante e sulla materia non è giusto interferire salvo sottolineare che ogni decisione dovrà comunque tener conto degli interessi degli altri due soggetti.
Sulla scelta di privatizzare Tirrenia è inutile aprire una discussione a posteriori.
Deve essere chiaro però che la scelta politica in quel senso porta a legare sempre più quei servizi ad un libero mercato fuori dalle coperture dei costi da parte dello Stato. Gli stessi politici che hanno plaudito all’operazione ora si meravigliano se il mercato richiede un aumento dei prezzi.
Infatti, tutti ormai conoscono le pesanti condizioni di bilancio delle Aziende, sia per i grandi investimenti fatti ma soprattutto per la crisi economica, il costo del combustibile, etc.
E’ chiaro che l’alternativa all’aumento del biglietto è la sparizione dal mercato delle Aziende stesse.
C’è da chiedersi allora chi svolgerà quei servizi.
L’assurdo della vicenda è che gli stessi amministratori regionali che hanno sollevato la questione hanno per contro contribuito a peggiorare le condizioni delle Società aumentando fortemente i costi dei servizi, imponendo il pilotaggio, etc.
Per ultimo, ma non certo per importanza, c’è l’aspetto legato al lavoro marittimo che siamo chiamati a tutelare.
In questi ultimi anni i marittimi hanno dato un contributo fondamentale all’abbattimento dei costi attraverso rinunce contrattuali e la riduzione di tabelle.
Tutto al fine di mantenere le Aziende sul mercato e quindi difendere il posto di lavoro.
Sfortunatamente fattori esterni, quali la crisi economica, il costo del combustibile, l’aumento dei costi dei servizi alla nave hanno reso insufficiente il sacrificio dei marittimi e peraltro anche gli sforzi aziendali che con razionalizzazioni operative e nuovi mercati hanno cercato di sopravvivere.
Deve esser chiaro cosa significa in termini occupazionali l’uscita dal mercato delle Aziende cabotiere: migliaia di posti di lavoro tra l’altro di persone che, già oggi, vivono in aree depresse con i gravi problemi a tutti noti.
E’ bene ricordare che il Sindacato è fortemente impegnato a difendere l’occupazione nel cabotaggio anche nei confronti del personale extracomunitario a basso costo, peraltro molto utilizzato nel cabotaggio di altri paesi.
E’ chiaro quindi che se l’alternativa all’aumento dei prezzo dei biglietti fosse l’impiego di personale a basso costo o la richiesta di altri sacrifici ai nostri marittimi il Sindacato non sarebbe d’accordo.
Per tutti i motivi sin qui esposti il Sindacato chiede al Garante nelle sue autonome valutazioni di tener conto non solo degli interessi legittimi degli utenti ma anche di quelli dei lavoratori marittimi italiani che sono impegnati nella difesa dei loro posti di lavoro attraverso anche la sopravvivenza delle Aziende di cabotaggio.