15 Giugno 2011
Si è tenuto oggi il secondo incontro con i rappresentanti della Società CIN relativo alle procedure per la privatizzazione di Tirrenia. E’ quanto rende noto in un comunicato la FIT-CISL.
Il confronto è proseguito – precisa la FIT-CISL – sulla scorta di una proposta avanzata dalla nuova compagine societaria. La CIN, premesso che non aderisce ad alcuna organizzazione datoriale, ha proposto l’immediata assunzione di tutti i marittimi di Tirrenia, compresi quelli in Turno Particolare e stagionali, con la garanzia retributiva uguale a quella sino ad oggi percepita, il mantenimento integrale di tutti gli occupati, in attesa di definire, entro i sei mesi successivi dal prossimo 1° Luglio, un nuovo organico assetto contrattuale.
La FIT-CISL per bocca del Segretario Nazionale Beniamino Leone ha ribadito con nettezza le proprie posizioni, a partire dal prolungamento oltre i due anni dell’obbligo di mantenere in servizio tutti i marittimi, a quello di una sostanziale continuità contrattuale e dell’occupazione, che non pregiudichi in alcun modo i lavoratori, soprattutto in vista della riaffermata volontà da parte dei nuovi armatori di recuperare ampie quote di mercato e di offrire maggiori servizi di migliore qualità , per attirare quella fetta cospicua di clientela che negli ultimi anni ha abbandonato Tirrenia.
La FIT-CISL – prosegue la nota – ha chiesto che fosse presentata da parte di CIN una proposta formale sulla quale si riserva di esprimere un approfondito parere di merito. Molti restano i punti da chiarire e le reali prospettive. Solo una rigorosa analisi di tutte le ricadute sui lavoratori e sul servizio potrà dirci se finalmente si è imboccata la strada giusta per una positiva conclusione della privatizzazione di Tirrenia.
La FIT-CISL – conclude il Segretario Nazionale Beniamino Leone – richiama il senso di responsabilità della nuova proprietà e ribadisce la disponibilità del sindacato a trovare un accordo complessivo, che tuteli sotto ogni forma i lavoratori e offra crescenti possibilità di rilancio e sviluppo alla nuova Tirrenia, necessarie a garantire quelle linee di comunicazione che risultano vitali per aree già fragili del Paese.