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Cabotaggio e politiche marinare in Europa

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Documenti - Cabotaggio e politiche marinare in Europa

23 Dicembre 2011

Le problematiche internazionali del trasporto marittimo ed in particolare quelle del cabotaggio, sono oggetto di costante monitoraggio ed iniziative da parte della Cisl-trasporti. Ultimamente – dice Remo di Fiore, che per la Fit segue questo dossier a livello della federazione europea Etf – su spinta di alcuni sindacati francesi , c’è stato un incontro a Bruxelles, nel corso del quale si è analizzata tale materia che – dice Di Fiore – è molto delicata anche perché i partecipanti francesi e spagnoli hanno dimostrato, non solo di non conoscere le regole in atto, ma hanno formulato proposte che sul piano pratico risultano irrealizzabili.

Come è possibile? di che si tratta e che esempi si possono addurre per tale giudizio critico? Risponde il sindacalista Fit: Pensare di convincere i sindacati dei paesi dei Nord Africa (e di fatto, sindacati non ne esistono) ad applicare alle loro navi di bandiera (e quindi fuori di ogni controllo dell’Internazionale ITF) regole imposte dall’esterno volte ad espellere di fatto i loro marittimi dal mercato e a creare problemi alle loro economie è improbabile. E’ emerso chiaro dall’ incontro – dice ancora Di Fiore – che tutto è stato costruito per un attacco alla Corsica Ferries che, a fronte di centinaia di italiani, imbarca rispettando comunque le regole una ventina di extracomunitari. E’ chiaro che il dumping con i francesi non è creato da queste venti posizioni. Tutto ciò significa che si è di fronte ad un attacco concertato contro la Corsica Ferries, in quanto tale, a vantaggio di operatori francesi.

Ma per approfondire la tematica sentiamo chi a Bruxelles ha partecipato al dibattito direttamente. E cioè l’amico Mauro Scognamillo che in campo comunitario ha una buona esperienza operando nei comitati aziendali europei, in particolare in quello recentemente costituito per Hapag Lloyd.

A Bruxelles , dice Scognamillo, il dibattito lo abbiamo impostato noi italiani, cominciando dalla situazione nel nostro paese ed andando poi ad incentrare la discussione senza possibilità  di fraintendimento sui due punti chiave quali la legge 3577/92 e la cosiddetta Politica di Atene come capisaldi della politica marinara e quindi assolutamente intoccabili ed immodificabili. In questo senso – riferisce Scognamillo – ho portato esempi quali le compagnie tipo Cotunav che, impiegando marittimi tunisini, hanno costi di esercizio molto competitivi rispetto ai nostri traghetti ed infine ho portato l’esempio della concorrenza dei traghetti estoni rispetto a quelli svedesi, con il conseguente reale rischio di trovarci marittimi espulsi, a favore di altri che subiscono contratti nazionali con paghe bassissime.

Dopo l’intervento Fit alla riunione, c’è stato l’intervento francese che ha illustrato la tipologia delle tre compagnie francesi per poi attaccare la Corsica Ferries e la presunta concorrenza sleale che deriva dall’utilizzo della stessa di personale cubano con conseguente dumping verso i concorrenti francesi. Quindi il rappresentante spagnolo si è genericamente soffermato sulla politica dei costi e Politica di Atene per l’area sud del Mediterraneo citando, inoltre, la possibilità  di utilizzo di bandiere diverse, come Malta, che consentono l’uso di cittadini extracomunitari.

La presidenza dell’incontro ha preso la parola dando risalto agli argomenti posti dalla Fit quali principali e non modificabili. Dopo di che un secondo giro di interventi ha visto la partecipazione di Mark Dickinson (Nautilus), che si è posto due quesiti: c’è una visione comune su come affrontare i temi del cabotaggio? Questa visione si ha solo per cabotaggio o se si deve applicare a tutta la flotta? Dickinson ha asserito che la Politica di Città  del Messico ha già  strumenti di verifica bilaterali.

Vladimir Svalina (Suc) ha quindi puntato il dito su quanto discusso sui paesi nord africani e sulla prospettiva di cooperazione con gli stessi proponendo poi come primo passo, di formare una Task Force per identificare le compagnie interessate e verificare gli standard utilizzati, per valutarli in un prossimo incontro, valorizzando l’impegno Fit a sostegno del lavoro e delle condizioni che vi si applicano. Il francese Joel Joyce (Cgt) si è concentrato su un chiarimento relativo alle tre compagnie cabotiere francesi e sui contratti che applicano anche lui chiedendo di estendere la politica di Atene al Magreb per evitare concorrenze sleali ed ha posto il quesito sul secondo registro italiano e su come lo stesso si possa applicare a chi tocca porto corsi.

Il secondo intervento del rappresentante italiano della FIT-CISL ha posto l’accento sulla situazione generale in cui versano le compagnie di cabotaggio in generale, dando delucidazioni sulla regolamentazione del registro internazionale e chiarendo che a fronte di circa 20 cubani imbarcati,. La Corsica impiega varie centinaia di marittimi comunitari/italiani, che per noi sono imprescindibili e mai vorremmo trovarci con numeri invertiti da uno scellerato passaggio di bandiera dell’armatore nato da politiche per nulla lungimiranti. Jon Whitlow ha poi chiesto al direttivo di parlare di traffico merci e cabotaggio con Magreb ed il delegato spagnolo ha chiesto se possibile di seguire la Politica di Atene e le direttive di Città  del Messico. Il segretario generale del sindacato ufficiali francesi, a sua volta, ha detto che le compagnie storicamente statali oggi sono private e quindi bisogna far prendere coscienza agli armatori che il Mediterraneo è un bacino comune nel quale tutti devono avere regole comuni.

Le conclusioni del presidente hanno ribadito che la Politica di Atene è congiunta Etf – Itf e pertanto ogni eventuale modifica si può solo pensare al congresso fra tre anni e che, comunque, questo potrebbe essere solo l’ultimo passo di un lungo cammino. Quindi al fine di poter meglio valutare ha chiesto di formulare un documento comune Italia Francia e Spagna che meglio circostanzi la situazione cabotaggio. Documento che sarà  poi portato a conoscenza del comitato direttivo, il quale in seguito potrebbe interessare l’ufficio arabo dell’Itf per fornire soluzioni comuni.

(Ufficio stampa FIT-CISL)

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