31 Maggio 2013
La FIT-CISL è preoccupata per i marittimi della nave Kenza, battente bandiera marocchina e bloccata al porto di Cagliari dai primi di maggio dagli stessi lavoratori (in tutto 15, tutti marocchini), che non ricevono lo stipendio da dicembre 2012.
“La nostra impressione è che a Cagliari ci siano interessi ad avere la banchina libera e il porto non intasato – commenta Remo Di Fiore della FIT-CISL – Sono interessi forse legittimi, ma bisogna fare molta attenzione perché se qualcuno pensa di infrangere il diritto allo sciopero di questi marittimi, che non sono pagati da mesi, noi ricorreremo anche alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Non devono essere fatte pressioni su questi lavoratori perché se ne vadano interrompendo la protesta”.
Sulla stessa linea è Giovanni Olivieri, Coordinatore del Dipartimento marittimo della FIT-CISL: “Difenderemo i marittimi fino all’ultimo tramite il nostro Ispettorato e se necessario chiederemo una riunione del Comitato nazionale Welfare, perché vengano assistiti”.
Intanto arrivano aggiornamenti dalla nave. “Questa mattina si sono riuniti l’Autorità portuale di Cagliari, quella Marittima, il Comitato Welfare locale e l’Itf per coordinare gli aiuti ai marittimi – spiega Marcantonio Tuveri, Contact per la Sardegna – finora infatti c’erano state solo singole iniziative. Stiamo aspettando il 25 giugno, quando il giudice sentirà tutte le parti e deciderà se sequestrare o meno la nave per pagare i marittimi”.
Conclude Francesco Di Fiore, Coordinatore nazionale di Itf: “Stiamo cercando di contattare il sindacato marocchino, ma ci sono notevoli difficoltà dovute anche al fatto che alcuni loro importanti sindacalisti sono attualmente in galera per aver tentato di difendere i diritti di alcuni marittimi”.