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L’Italia dei record positivi e delle grandi potenzialità

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Documenti - L’Italia dei record positivi e delle grandi potenzialità

27 Settembre 2022

Editoriale del Segretario Generale Salvatore Pellecchia su La Voce dei Trasporti N. 7-8/2022

Tra le attività umane la pratica sportiva è una delle più belle. L’agonismo e il leale confronto ne rappresentano la sintesi anche se la sfida primaria, per migliorarci, resta sempre quella contro noi stessi. Questa estate, con i campionati europei di nuoto, tuffi, nuoto sincronizzato e nuoto in acque libere, per l’Italia ci sono state grandi soddisfazioni. Abbiamo primeggiato come non mai. Undici giorni di gare esaltanti con una media di sei medaglie vinte al giorno.

Un grazie di cuore, per le 67 medaglie conquistate (24 ori, 24 argenti, 19 bronzi) va ai nostri atleti e a chi li ha preparati e supportati.

Una menzione speciale va alle famiglie e conosco per esperienza diretta l’impegno, i sacrifici e il tempo che servono per supportare, non solo logisticamente, un atleta agonista.

La nostra nazionale di nuoto ha compiuto un’impresa memorabile: è arrivata prima nel medagliere per la prima volta nella sua storia.

Anche considerando le potenzialità dei singoli atleti, qualsiasi pronostico fatto in tal senso prima dell’avvio del campionato sarebbe stato definito da chiunque velleitario.
Grazie ancora ragazze e ragazzi del nuoto italiano, ci avete reso orgogliosi.

Le potenzialità italiane e le occasioni perse

Questa breve premessa oltre a essere un doveroso riconoscimento a chi nel contesto citato ha rappresentato egregiamente il nostro Paese, serve per ritornare ancora una volta sul tema delle grandi potenzialità ancora inespresse dell’Italia, penisola protesa nel Mediterraneo, con la sua portualità, il suo naviglio, la sua cantieristica e le tante professionalità che operano in questo complesso ambito.
Il Mediterraneo è, come abbiamo avuto modo di evidenziare nel corso del nostro “II Quaderno digitale”, un mare di opportunità per il sistema integrato dei trasporti italiano e, conseguentemente, per la nostra economia.

Il Mediterraneo è anche centrale per il tema energetico che il nostro Paese affronta, spesso ideologicamente, con tratti contraddittori che determinano effetti collaterali deprimenti per la nostra capacità produttiva e conseguentemente per la nostra economia. Effetti collaterali indesiderati che vengono mitigati con ristori indiscriminati che, pur apparendo efficaci, aggravano di fatto la voragine del nostro debito pubblico.

L’ennesima tirata d’orecchie l’abbiamo meritata per aver affossato il progetto Galsi (Gasdotto Algeria Sardegna Italia) concepito per portare nel nostro Paese, grazie ad una condotta sottomarina lunga 284 chilometri, otto miliardi di metri cubi di metano all’anno, collegando, passando per la Sardegna, gli impianti del nord est dell’Algeria dal porto di Koudiet Draouche fino al porto di Piombino.

Un progetto strategico, che prevedeva investimenti per tre miliardi di dollari e che, se realizzato, avrebbe contribuito all’ampliamento delle nostre forniture energetiche limitando gli effetti delle chiusure del gasdotto Nord Stream. Purtroppo anche in questo caso ha prevalso la logica del NIMBY (not in my back yard, non nel giardino di casa mia) che prescinde la colorazione politica e che ora si replica rispetto agli indifferibili impianti di rigassificazione.

La crisi energetica e le possibili alternative

Se i tubi creano problemi, il metano che ci occorre per le esigenze delle famiglie e delle imprese in qualche modo lo dobbiamo procurare. E qui entrano in gioco le navi metaniere e i citati impianti di rigassificazione. Infatti, il metano estratto se non viene distribuito attraverso condotte può essere stoccato, raffreddandolo alla temperatura di -160 gradi Celsius, in modo che assuma forma liquida in serbatoi criogenici, operazione che ne riduce il volume di 600 volte.

Questo prodotto, che assume il nome di GNL gas naturale liquefatto, può essere distribuito via mare utilizzando apposite navi metaniere, in grado di trasportare anche 266.000 metri cubi di GNL.
Vale la pena ricordare che, attraverso specifici impianti dotati di uno scambiatore di calore in cui in genere scorre acqua di mare che essendo più calda è in grado di riportare il GNL allo stato gassoso, le quantità di GNL trasportato via mare vengono efficacemente rigassificate.

A processo ultimato, da una singola nave con 266.000 metri cubi di GNL si ricavano circa 160 milioni di metri cubi di metano che, tornato in forma gassosa, può essere pompato nella rete di distribuzione per raggiungere le utenze industriali e familiari.

La crisi energetica con relativo surriscaldamento dei prezzi e le annesse speculazioni (che si sono già cominciate a palesare verso la fine del 2021 quando nessuno immaginava la guerra in Ucraina), generano una fiammata inflattiva che rischia di far collassare il tessuto sociale dei Paesi più indebitati. La situazione è diventata talmente seria che persino la Gran Bretagna è stata spinta ad importare GNL addirittura dall’Australia; difatti, il combinato di carenza ed impennata dei prezzi fa sì che i carichi di GNL australiano, naturalmente destinati a Cina, Corea del Sud e Giappone siano profittevoli anche se venduti in Europa.
Il protocollo d’intesa sottoscritto nello scorso mese di luglio tra Ue e Azerbaigian per raddoppiare le forniture di metano e arrivare ad almeno 20 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027 costituisce un’alternativa alle forniture russe e un’opportunità per l’Italia atteso che il metano azero sarà trasportato attraverso il Tap (Trans Adriatic Pipeline), il gasdotto che approda in Puglia nel comune di Melendugno.

La campagna elettorale

In questo scenario, con una pandemia ancora attiva, una guerra in Europa ed un debito monstre, il nostro Paese è in campagna elettorale con il relativo carico di promesse dalle quali non emergono ancora elementi significativi per capire come si gestiranno le emergenze vecchie e nuove.
Non abbiamo posizioni ancillari verso alcun partito politico, noi rappresentiamo e diamo voce alle istanze del lavoro, la nostra delega viene da chi ogni giorno fatica e ne riceve un reddito. Pertanto auspichiamo che il nuovo Governo sia in grado di operare subito dopo che saranno trascorsi i tempi tecnici per il suo insediamento.

Al nostro Paese servono leader che abbiano nuove idee, coerenza nell’azione politica e chiarezza sulle priorità da affrontare con continuità, senza temere eventuali effetti negativi di eventuali future campagne elettorali.

Ad ottobre il bagno di realismo potrebbe essere scioccante, con l’inflazione che rischia di essere a due cifre e la recessione in atto che morderà forte. A quel punto bisognerà fare i conti con la realtà partendo dal presupposto che, come diceva Milton Friedman «Non esistono pasti gratis», uno dei principi fondamentali dell’economia secondo il quale è necessario sempre tenere conto del rapporto costo-opportunità ovvero “il valore della migliore alternativa disponibile”, la stella polare che dovrebbe guidare ogni scelta politica sensata ed a questo proposito i ristori dati a pioggia, senza considerare nel dettaglio le varie situazioni industriali, sono potenzialmente deleteri e non fanno altro che aumentare il debito pubblico, che in luglio 2022 ha raggiunto il record di 2.770 miliardi di euro, pregiudicando il futuro dei nostri giovani.

La forzata fase di stallo di Ita e le aggressioni ai danni dei lavoratori dei trasporti

Sull’argomento Ita Airways e sull’ipotesi dell’ingresso nella società del fondo statunitense Certares si è ampiamente discettato. Il nostro giudizio rimane sospeso e i dubbi, in assenza di conoscere il nuovo piano industriale e i partner industriali che vadano aldilà di un rachitico code sharing, sono tanti.
L’auspicio è quello di non ritrovarsi in un loop temporale come quello del film “Il giorno della marmotta” il cui protagonista vedeva i giorni ripetersi tutti in maniera uguale.

Considerando com’è andata la collaborazione, qualche anno fa, con Delta ed Air France/Klm, è legittima qualche ansia sia per il futuro dei 3600 dipendenti di Ita Airways, sia per il futuro delle migliaia di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione in attesa di essere riassunti grazie ai previsti sviluppi di flotta della compagnia aerea nata dalle ceneri di Alitalia. La fase di sviluppo prevista dal piano industriale di Ita entra quindi in una fase di stallo in attese delle decisioni che assumerà il nuovo Governo.

Il fenomeno delle aggressioni – da parte dei passeggeri – che le lavoratrici e i lavoratori subiscono nel posto di lavoro è intollerabile. Éatto di violenza “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.

Abbiamo di recente sottoscritto il “Protocollo per la promozione della sicurezza nei processi di sviluppo del Trasporto Pubblico Locale e Regionale sostenibili”, un passo avanti che contiene argomenti sostanziali che però vanno finalizzati in tempi rapidi. Ne voglio ricordare alcuni:
contribuire alla rivisitazione e all’aggiornamento complessivo della normativa in materia di polizia, sicurezza e regolarità dei servizi di trasporto, anche al fine di prevedere l’introduzione di misure atte a prevenire e contrastare il fenomeno delle aggressioni (valutando l’estensione del cosiddetto DASPO urbano a coloro che hanno manifestato e/o reiterato condotte aggressive nei confronti del personale addetto al trasporto pubblico);
contribuire alla proposizione di specifiche misure, anche di carattere normativo, volte alla possibile attribuzione di maggiori garanzie, sotto il profilo della tutela, al personale di front line, ivi compresa la revisione dell’attuale regime penalistico in tema di aggravanti in caso di aggressioni ai danni di detto personale.

Dobbiamo farci parte diligente per fare incardinare questi temi nella discussione politica, altrimenti l’uso di espressioni verbali aggressive, le minacce e l’impiego di gesti violenti sono inevitabilmente destinati a crescere e se manca la sicurezza non si può lavorare.

L’azzeramento degli infortuni sul lavoro: un obiettivo imprescindibile

Da ultimo ma non da meno il tema tra i più urgenti e, insieme a quello delle aggressioni, più amaro di tutti, è quello degli incidenti sul lavoro.

Le statistiche sono impietose: ogni giorno almeno due persone muoiono a causa del lavoro che stanno svolgendo, possono esserci giorni ed anni anche peggiori e questa lenta strage non si ferma.
Molto si è fatto e molto ancora si sta facendo ma, evidentemente, non basta perché troppo spesso l’innesco è prodotto dalla mancanza di esperienza o dall’eccessiva dimestichezza con le attività da svolgere

Dobbiamo interrompere questa spirale replicando e diffondendo in tutte le imprese quanto abbiamo già fatto grazie al protocollo sottoscritto con Autostrade per l’Italia. Ne parlai diffusamente nel mio intervento lo scorso aprile a Sorrento all’apertura del nostro XII congresso Nazionale. È un tema ancora più attuale che voglio riproporvi in sintesi:
– costituire un’alleanza tra le imprese della filiera volta a rafforzare e incoraggiare i comportamenti virtuosi sui cantieri per il perseguimento dell’obiettivo “zero incidenti”…;
– dare ad ogni dipendente l’autorità di interrompere i cantieri o il proprio lavoro qualora possano presentare rischi per la sicurezza…;
– organizzare visite periodiche del management aziendale presso i cantieri per ascoltare le esigenze dei lavoratori…

Queste azioni che costituiscono la sintesi di alcuni dei punti più rilevanti del protocollo sottoscritto tra Autostrade per l’Italia e le organizzazioni sindacali presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali alla presenza del ministro Andrea Orlando, sono il frutto di un modello partecipativo di relazioni del lavoro – l’unico modello vincente – che prevede la realizzazione di una serie di iniziative, innovative per il nostro Paese, che rendono quella definita con Autostrade per l’Italia, una best practice sui temi della sicurezza sul lavoro nel comparto dei trasporti e delle costruzioni. Il protocollo prevede anche Safety meetings, in materia di sicurezza e di condivisione dei dati utili a prevenire gli incidenti nei cantieri.

Il protocollo rappresenta un grande passo avanti verso l’obiettivo “zero incidenti” che auspichiamo di replicare presto in tutte le realtà del mondo dei trasporti.

Dobbiamo passare dalla fase dell’auspicio, della speranza, del desiderio a quella della piena attuazione.

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