20 Settembre 2019
“Da tempo denunciamo la pervasività di anomale interferenze e del caporalato nel mondo della logistica. È positivo che il Prefetto di Milano e la magistratura abbiano compreso, attraverso la vicenda di Ceva, l’entità del problema. A questo punto è necessario che anche il Governo faccia la propria parte”, così dichiara Maurizio Diamante, Segretario nazionale della FIT-CISL, in merito alla convocazione del Prefetto di Milano di tutti gli stakeholder del settore, quindi inclusi i sindacati, al fine di esaminare la problematica della gestione dei contratti di appalto nel settore della logistica e le diverse criticità emerse in questo ambito.
“Per troppo tempo – prosegue Diamante – si è consentito che interi settori dei trasporti (pensiamo alla logistica, ma anche all’autotrasporto merci) fossero abbandonati alle sole regole del mercato che non tutelano i lavoratori del settore e i cittadini. Il risultato di queste scelte sbagliate (o, più semplicemente non scelte), da parte del legislatore, emerge ancora una volta, in tutta la sua drammaticità : la concorrenza tra aziende è basata solamente sul ribasso negli appalti, che a sua volta è garantito dallo sfruttamento dei lavoratori, anche tramite il caporalato e con forme che nulla hanno a che vedere col mondo del lavoro.
Come ha compreso la magistratura milanese, non basta commissariare un’azienda se tutto il settore è malato: Ceva Logistic ora rispetta i lavoratori, i loro diritti e le loro tutele fondamentali, e quindi paradossalmente dovrà chiudere perché non più competitiva.
Conclude il Segretario nazionale: “Il lavoro lodevole e necessario del Prefetto di Milano chiaramente non è sufficiente. Serve un intervento a livello nazionale da parte del Governo e subito, cominciando con il ripristinare il tavolo per la Legalità nella logistica presso il Ministero dello Sviluppo economico. Il problema infatti non è solo a Milano. Se si risana la logistica milanese, i committenti chiameranno aziende da fuori, come dimostra il caso dell’autotrasporto merci italiano, dove i committenti si rivolgono a società di autotrasporto dell’est Europa per pagarli di meno. Il risultato è sia la crisi delle aziende italiane sia i diritti calpestati degli autisti dell’est, che rischiano la vita sulle strade guidando più tempo del consentito per pochi euro”.