24 Dicembre 2020
L’Editoriale de La Voce dei Trasporti N. 11-12/2020
Siamo arrivati alla fine dell’anno. Un anno particolare, per utilizzare un eufemismo, in cui siamo stati messi tutti a dura prova da un evento inedito, eccezionale, tanto straordinario quanto feroce: la pandemia da Covid-19.
Il bilancio del 2020, sotto qualsiasi luce si provi a ripercorrere gli eventi degli ultimi mesi, non potrà che risentire in modo profondo dell’effetto pandemia sul piano umano e sociale. Dall’inizio dell’anno in Italia si sono contati circa 2 milioni di contagiati e oltre 69mila persone hanno perso la vita. Senza contare gli effetti minori e i disagi che ciascuno ha subito. Una ferita che in tantissime famiglie non si rimarginerà facilmente. Sul versante dell’economia, che nel nostro Paese era fortemente rallentata da meccanismi decisionali obsoleti e da inadeguatezze infrastrutturali già prima dell’impatto con il nuovo coronavirus, si sta pagando un prezzo altissimo e questo dato è certificato dalle stime più recenti. Nel suo rapporto sulle prospettive economiche per l’Italia, l’Istat ha aggiornato con un ribasso dello 0,6% le sue previsioni sul Prodotto interno lordo 2020. Secondo la nuova stima, il Pil a fine anno scenderà dell’8,9%. Nel 2021, secondo le previsioni, si tornerà al segno più: nel prossimo anno la crescita dovrebbe essere del 4%. Un barlume di luce all’orizzonte, quindi. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, in un anno da shock pandemico anche evitare che il calo del Pil sia a doppia cifra è un risultato da sopportare senza disperarsi troppo. Ma sappiamo che tutti questi numeri sono aleatori: molto dipenderà da come nel 2021 sapremo far fronte, a livello internazionale e specificamente nel nostro Paese, all’avanzata del virus, da quanto efficacemente gestiremo la campagna di vaccinazione, da come, dove e in quanto tempo saremo in grado di investire le risorse economiche che l’Europa ci ha messo a disposizione.