11 Febbraio 2016
Il 25 gennaio scorso, Confindustria e Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un’intesa che recepisce l’accordo quadro del Dialogo sociale europeo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro del 26 aprile 2007.
Parliamo della traduzione e del recepimento delle parti sociali e datoriale italiane, in qualità di organizzazioni affiliate a Businesseurope e Ces, degli orientamenti presi a livello europeo per prevenire e contrastare la violenza sui luoghi di lavoro. Si tratta di un’intesa che, seppur in modo tardivo, sancisce le condizioni di operatività degli impegni assunti e degli strumenti finalizzati a rendere concreto quanto ad oggi era stato solo enunciato.
L’accordo si propone di fornire ai datori di lavoro, ai lavoratori/trici e ai loro rappresentanti, una maggiore consapevolezza della gravità dei comportamenti molesti e violenti eun quadro di azione per individuare, prevenire e gestire i problemi inerenti alle molestie e alle violenze sui luoghi di lavoro.
È questo un tema che da troppo tempo è stato lasciato al disinteresse generale, se non per l’eccezione del lavoro e dell’impegno delle organizzazioni sindacali, dei coordinamenti donne, degli organismi di parità e di isolate realtà aziendali. Infatti, se il tema della violenza viene da più parti affrontato, seppur con esiti poco efficaci rispetto al numero delle vittime, per quel che riguarda gli ambiti familiari, nulla ad oggi, né interventi normativi né accordi, si riferisce alla necessità di prevenire e contrastare le molestie e la violenza sui luoghi di lavoro.
L’intesa definisce precisamente le forme di molestia e di violenza nei luoghi di lavoro e l’impegno di dare massima diffusione al testo e a incaricare le reciproche strutture sul territorio a elaborare una procedura idonea alla gestione del problema, individuando localmente delle realtà competenti che assicurino una adeguata assistenza a coloro che dovessero divenire vittime di molestie o violenza nei luoghi di lavoro. In poche parole lo scopo è quello di promuovere lo sviluppo della contrattazione di secondo livello per prevenire, contrastare e rimuovere gli effetti di ogni forma di violenza sul luogo di lavoro a iniziare dalle molestie.
Inoltre, restando salva la possibilità per ogni impresa di adottare autonome procedure e dichiarazioni interne, le parti sociali hanno elaborato un modello di dichiarazione, allegato all’intesa, che le stesse imprese potranno direttamente adottare per affermare la loro non tollerabilità ai comportamenti riferiti a molestie o violenza.
Ciò che avviene sui luoghi di lavoro rimane spesso sommerso – e non parliamo solo di violenze fisiche, ma anche di quelle più subdole come il ricatto lavorativo, che più si accentua nei periodi di crisi, nelle diverse fasi della vita lavorativa, dall’assunzione alla prosecuzione di carriera, alla conservazione del posto di lavoro. Per non parlare di quanto si concretizza a opera dell’utenza ai danni delle lavoratrici dei trasporti. È quanto risulta dall’elaborazione dei dati dell’indagine conoscitiva relativa alla violenza di genere nei trasporti realizzata dalla FIT-CISL a cura del Coordinamento nazionale donne.
L’intesa siglata dalle parti sociali non fa che agevolare il lavoro e l’impegno del Coordinamento nazionale donne della Fit che, sulla base dei dati risultanti dall’indagine conoscitiva, proseguirà al fine di costruire, se ci saranno le condizioni insieme alle altre organizzazioni sindacali, una piattaforma/protocollo da condividere con le associazioni datoriali dei trasporti per promuovere lo sviluppo della contrattazione di secondo livello finalizzata a prevenire e affrontare quei comportamenti che ledono la dignità delle lavoratrici e che spesso rimangono sommersi.