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SPECIALE CONGRESSI REGIONALI

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24 Giugno 2025

Un cammino di partecipazione, identità e visione

Attraverso le assemblee sui posti di lavoro, i Congressi di Presidio e Regionali la Fit-Cisl ha compiuto un prezioso percorso di relazione e ascolto

Il valore del percorso congressuale della FIT-CISL

Il percorso congressuale della FIT-CISL è considerato, da sempre, molto più di un appuntamento statutario o un esercizio organizzativo. È un necessario momento di relazione, di ascolto, di confronto ed è generativo di nuove esperienze e nuove strategie. È il momento più alto della democrazia sindacale, il tempo e il luogo in cui l’organizzazione si mette a nudo, si guarda allo specchio, interroga sé stessa, riconosce nuove vocazioni e rinnova il patto con le lavoratrici e i lavoratori che rappresenta.

Qual è oggi il ruolo della FIT-CISL nel mondo dei trasporti, dei servizi accessori e complementari, degli appalti e dei servizi ambientali? In un mondo in cui le trasformazioni produttive e organizzative sono all’ordine del giorno, le diseguaglianze permangono e il sindacato non può accontentarsi di sopravvivere o gestire l’esistente. Perché, come diceva Mario Romani: «Un sindacato che non si interroga sul senso della propria presenza, finisce per essere solo amministrazione di consenso».

Oltre l’evento: un processo costruito dal basso che mette la persona al centro dell’azione sindacale

Un processo lungo, partecipato, costruito dal basso, in cui, in ogni realtà aziendale, le lavoratrici e i lavoratori si ritrovano per esprimere le proprie idee e le proprie istanze per rendere più sicuro il lavoro, per migliorare le condizioni di impiego e per avere un maggior benessere nel corso della vita lavorativa. È un cammino che parte dalle assemblee nei luoghi di lavoro, attraversa i livelli territoriali e regionali, e culmina nel Congresso nazionale: uno spazio collettivo di riflessione, confronto, scelte. Ogni passaggio contribuisce a ridisegnare la mappa dei bisogni, delle priorità, delle sfide da affrontare. Ogni delegato e delegata porta con sé non solo il mandato dei propri colleghi di lavoro, ma anche la testimonianza concreta del lavoro che cambia, dei sacrifici fatti giornalmente per soddisfare e conciliare il tempo della vita privata e familiare con quello della vita lavorativa.

Questo processo rafforza l’identità della FIT-CISL che, sulla scorta dei valori fondanti della Cisl, mette al centro dell’azione sindacale la dignità e il valore della persona, prima ancora della categoria professionale o della condizione lavorativa, perché il lavoro deve essere visto come strumento di realizzazione umana e sociale. Ribadisce l’autonomia da partiti politici e governi. «Autonomia – come diceva Mario Pastore – non significa silenzio. Quando i diritti vengono colpiti, il sindacato deve alzare la voce». E la Fit-Cisl quando è necessario la voce la alza attivando azioni contrattuali, legali, ricorrendo, se del caso, anche alla protesta attraverso lo sciopero.

Il percorso congressuale garantisce la libertà di giudizio e crea le condizioni per implementare la capacità di contrattare nell’interesse esclusivo delle lavoratrici e dei lavoratori.

La partecipazione e l’innovatività della proposta CISL

Nel dibattito congressuale che si è attivato a livello territoriale è emerso un particolare apprezzamento nei confronti della proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl “La partecipazione al lavoro” che ha visto tutta l’organizzazione impegnata a raccogliere quasi 400.000 adesioni in tutte le regioni, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei territori e che, dopo aver espletato tutte le tappe dell’iter previsto, il 26 febbraio 2025 è stata approvata definitivamente alla Camera dei Deputati.

A 77 anni dall’approvazione della nostra Carta Costituzionale, si sono così create le condizioni per realizzare l’originale intento dei padri costituenti dando applicazione all’art. 46 che recita: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”. Dopo il passaggio in Senato con la relativa approvazione, la legge sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale e si compirà un passo importante verso una democrazia economica più matura e strutturata. Non una semplice norma, ma un’architettura regolativa capace di trasformare il quadro esistente ed il modo in cui impresa e lavoro potranno dialogare, cooperare, crescere insieme. Si getteranno le basi per un modello di relazioni industriali moderno, responsabile, capace di affrontare le sfide del nostro tempo valorizzando un principio tanto semplice quanto rivoluzionario: la partecipazione gestionale, economica e finanziaria, organizzativa e consultiva  dei  lavoratori alla gestione, all’organizzazione, ai profitti e ai risultati nonché alla proprietà delle aziende supportata da specifiche modalità di  promozione e  incentivazione  delle forme elencate nel provvedimento.

Per il mondo imprenditoriale si aprirà una fase ricca di nuove possibilità. Coinvolgere i dipendenti nei processi decisionali non sarà più (solo) una questione di sensibilità o buona cultura aziendale. Sarà una strategia concreta, una leva potente per migliorare il sistema dei diritti dei lavoratori, l’organizzazione del lavoro, la qualità delle relazioni interne, la produttività e la capacità dell’impresa di adattarsi in modo coerente e in tempo reale ai cambiamenti del mercato.

Lo confermano con chiarezza numerose esperienze, in Italia e all’estero: dove i lavoratori con i loro rappresentanti sindacali partecipano attivamente alla vita aziendale, crescono innovazione, competitività, stabilità occupazionale e resilienza. Non è un’utopia: è una realtà, che oggi trova finalmente un riconoscimento normativo e uno slancio verso il futuro.

Guidare il cambiamento insieme

Infine, il Congresso è uno spazio generativo di idee e leadership. Non solo si eleggono i dirigenti, ma si formano, si mettono alla prova, si valorizzano competenze e percorsi. È un’opportunità per rinnovare il gruppo dirigente, per aprirsi a nuove energie e per confermare il valore dell’esperienza. Il pluralismo interno, se vissuto con maturità, diventa una ricchezza che alimenta la coesione, non una minaccia all’unità.

Ma il valore più profondo del percorso congressuale è forse quello di dare forma e sostanza a una visione del futuro. Il dibattito congressuale non si limita a fare solo bilanci del passato; è una piattaforma per immaginare il domani del lavoro nei trasporti, per definire le nostre priorità sindacali, per orientare le nostre azioni nel contesto di grandi trasformazioni: la transizione ecologica, la rivoluzione digitale, la globalizzazione delle filiere, l’intelligenza artificiale, la sfida demografica e generazionale.

Il percorso congressuale della FIT-CISL è dunque un esercizio di responsabilità collettiva. Ogni documento approvato, ogni mozione discussa, ogni delegato eletto, è il risultato di una costruzione condivisa che rende più forte l’intera organizzazione. È un laboratorio di democrazia viva, dove le parole chiave – partecipazione, ascolto, confronto, visione, rinnovamento – diventano pratica quotidiana e non semplice retorica.

In un tempo in cui la rappresentanza è messa in discussione, il valore del percorso congressuale risiede anche nella sua funzione educativa e di giustizia sindacale: educa alla partecipazione, forma alla responsabilità, rafforza il legame tra il sindacato e i suoi iscritti, tra il lavoro e la società. Non c’è sindacato forte senza democrazia interna forte. E non c’è futuro senza il coraggio di mettersi in discussione per migliorarsi.

Ecco perché, per la FIT-CISL, ogni percorso congressuale non è mai un punto di arrivo ma una tappa intermedia verso un nuovo inizio da cui partire per “Guidare il cambiamento. Ad Maiora”.

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