8 Luglio 2010
Lo sciopero dei lavoratori delle FS collocato all’interno di quello di 24 ore che inizierà stasera alle 21 a sostegno del nuovo contratto unico della mobilità costituisce una prima risposta all’intransigenza del vertice FS sordo sin ad oggi a risolvere i troppi nodi della vertenza FS.
Lo sottolinea in una nota il Segretario Generale Aggiunto della FIT-CISL Giovanni Luciano.
I vertici FS – prosegue Luciano – non hanno ritenuto di convocare il sindacato per evitare anche in extremis lo sciopero. Comprendiamo la delicatezza del momento costellata oltreché dalla manovra economica del Ministro Tremonti dalle inchieste giudiziarie di questi giorni che purtroppo interessano le FS e Trenitalia.
I ferrovieri – aggiunge Luciano – non possono tuttavia restare ostaggio di fattori contingenti al cospetto di una prolungata disattenzione delle FS alle necessità di tutti i ferrovieri.
Lo sciopero pertanto si è reso necessario – precisa Luciano – per sbloccare la vertenza che ha come punti cardine nuove assunzioni ad iniziare dal settore delle manutenzioni, il contrasto al taglio progressivo dei servizi ai cittadini e al nostro lavoro soprattutto al sud, il rilancio di un servizio ferroviario delle merci più efficiente che fermi la liquidazione strisciante oggi in atto, il pagamento dei premi di risultato arretrati, il tutto per contrastare l’arroganza delle violazioni sistematiche di una gestione aziendale autoritaria ed arrogante che offende i lavoratori e i loro rappresentanti, non rispetta il contratto e gli accordi.
In merito alle inchieste giudiziarie – ribadisce Giovanni Luciano – riteniamo giusto che le Ferrovie si siano costituite parte civile, riconosciamo al vertice dell’azienda una grande azione di moralizzazione, resta tuttavia l’amara costatazione di troppi anni di battaglie sindacali condotte proprio contro le esternalizzazioni della manutenzione. Richiesta sindacali puntualmente disattese a conferma che se le manutenzioni fossero rimaste nel perimetro aziendale eseguite da ferrovieri molto probabilmente non ci sarebbero state inchieste penali di questo tipo.
I ferrovieri – conclude il Segretario Generale Aggiunto della FIT-CISL – pretendono soluzioni concrete ed un rilancio complessivo dell’aziende che non si fermi all’Alta Velocità ma includa tutti gli altri collegamenti e servizi soprattutto per il Mezzogiorno che risulta il più penalizzato.