18 Febbraio 2015
“L’incontro di oggi è stato interlocutorio, ma noi abbiamo ribadito a chiare lettere che Uber è un servizio di taxi illegale”, con queste parole Marino Masucci, Coordinatore nazionale della FIT-CISL per i taxi, commenta la riunione di oggi presso l’Autorità dei Trasporti con il Presidente Andrea Camanzi, i sindacati e i dirigenti di Uber Italia.
“A nostra precisa domanda su cosa pensa l’Art di Uber – prosegue Masucci – Camanzi non ha risposto, ma ha detto che la soluzione del problema è in mano al legislatore e non all’Authority. Avevamo anche chiesto di non convocare Uber all’incontro di oggi proprio perché è illegale e quindi la convocazione in qualche modo la legittima: anche su questa osservazione Camanzi è stato evasivo. Certo è che i lavoratori sono preoccupati e arrabbiati”.
“Ricordo che Uber è illegale ai sensi della legge 21 del 1992 – spiega il Coordinatore nazionale – che afferma che solo i taxi autorizzati con licenza possono sostare su pubblica piazza; invece tutti gli altri, come ad esempio il noleggio con conducente, devono partire da un’autorimessa in cui devono rientrare vuoti. Ma non è tutto: non si può trasportare una persona senza requisiti obbligatori di sicurezza e di abilitazione alla professione. Gli autisti di Uber ad esempio non hanno la copertura assicurativa obbligatoria per i veicoli abilitati al trasporto di cose e persone. Altri esempi: gli autisti di taxi non possono avere carichi penali pendenti, devono fare visite mediche periodiche, devono avere un tasso alcolemico pari a zero e così via. E ancora: che contratto collettivo applicano i dipendenti di Uber?”.
Conclude Masucci: “Ricordiamo che molti paesi europei, ma anche del resto del mondo hanno dichiarato Uber illegale, sia per la mancanza dei requisiti di sicurezza e di professionalità degli autisti sia per la violazione delle norme di legge e regolamentari del settore.
Continueremo a lavorare per ristabilire le regole a legislazione vigente e aumentare la qualità del servizio per tutti i cittadini”.