5 Febbraio 2015
“Assemblee dei lavoratori nei porti il 9 febbraio con la prospettiva dell’apertura dello stato di agitazione nazionale del comparto portuale e dei Servizi Tecnico Nautici”. E’ quanto annunciano Filt Cgil e FIT-CISL in vista degli Stati Generali della portualità , convocati dal Ministero dei Trasporti lunedì prossimo, per presentare il Piano nazionale della Porti e della Logistica, ricordando che “sin da subito abbiamo contestato la scelta del Governo di elaborare i presupposti della riforma della legge 84/94 solo con la parte datoriale, per altro incompleta, ed ora ci troviamo di fronte ad un lavoro generico e sommario sui cui dovremo esprimerci in un intervento di pochi minuti, preannunciato solo a pochi giorni dalla convocazione”.
Secondo le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil e Cisl “il coacervo delle proposte della cosiddetta ‘riforma della riforma’ che arrivano in forma scoordinata da più Ministeri, e le informazioni frammentarie contengono scelte che metterebbero le imprese del settore nella piena confusione ed il lavoro in balia di una liberalizzazione senza regole. Serve invece – sottolineano unitariamente Filt e Fit – una politica di indirizzo nazionale sui porti, serve investire con logica di specializzazione e senza disperdere risorse, serve una governance più amplia di quella attuale. E serve confermare, ed ampliarlo territorialmente, il sistema autorizzativo per l’accesso al mercato del lavoro e mantenere quella flessibilità territoriale, economica ed operativa che ha permesso in questi anni di rispondere alle esigenze degli operatori. Ma se qualcuno – sostengono infine le due organizzazioni sindacali di categoria – pensa, invece, di creare nei porti una zona franca economica ed un far west nelle attività lavorative incontrerà la nostra netta azione di contrasto”.