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Seminario ETF ‘Shaping the future of the Dockwork’

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Documenti - Seminario ETF ‘Shaping the future of the Dockwork’

14 Luglio 2017

Il 27 e 28 giugno scorso una delegazione della FIT ha partecipato ad Anversa al seminario ETF “Shaping the future of the Dockwork” sulla automazione nei porti che risulta essere molto di attualità  e riscuote sempre tanto interesse tra i lavoratori ed il sindacato. Una due giorni davvero intensa nel programma, che ha visto diversi relatori portare la loro esperienza dai diversi porti europei di provenienza, dove la temuta automazione già  si è sviluppata da qualche anno. Si è acceso un dibattito che ha tenuto in considerazione non solo la mera attività  portuale, ma tutta quella che dal mare tocca terra, fino ad arrivare a parallelismi con la logistica e con tutto il mondo del lavoro che sempre più adotta sistemi semi-automatizzati o full-automatizzati o che adottano la digitalizzazione.

Livia Spera, segretaria politica ETF della sezione dockers che ha presentato il Seminario, ha ammesso che come Federazione Sindacale Europea probabilmente siamo un po’ in ritardo sulle politiche che regolano l’automazione ma di sicuro è importante averne cominciato a parlare per essere pronti ad affrontare l’impatto che i nuovi sistemi di lavoro determineranno in termini di sicurezza sul lavoro e in termini di occupazione. Come sindacato vanno fatte delle valutazioni in termini di qualità  del lavoro essendo inevitabile che alcuni spazi di lavoro si restringeranno, ma la vera sfida sarà  legata a come verranno distribuiti i vantaggi.

La prima vera automazione che ha modificato radicalmente il lavoro portuale è stato l’avvento del container negli anni sessanta. Si è passati dallo scaricare a braccia le merci contenute nei sacchi, alle gru che sollevano i container. Ciò ha portato sicuramente economie di scala, richiedendo navi sempre più grosse e porti più moderni che avessero mezzi di stoccaggio specializzati. Anche allora si è avuto un impatto sociale rispetto all’occupazione, ma si è avuto anche un grosso beneficio in termini di salute e sicurezza, trovando nel contempo soluzioni che ricollocassero i lavoratori in altre mansioni. Ad oggi l’impatto che l’automazione spinta potrebbe portare, rischierebbe di essere molto più perdente, anche se ci sono diverse filosofie di pensiero.

Sul tema sicurezza si è visto come le diverse modalità  di lavoro che vedranno sempre più lavoratori in ambienti più sicuri e meno esposti a rischi, porteranno altri tipi di problemi di interazione sia con le macchine che con i colleghi o con manager che potranno esercitare un controllo maggiore. Alla domanda se ci sono già  dati e statistiche sugli effetti della automazione su salute e sicurezza, ci è stato risposto di no.

Un po’ di numeri: l’automazione nei terminali ha avuto una lenta gestazione che negli ultimi anni ha riscosso un incremento degli investimenti. Dal 1993 al 2003 solo 5 terminali erano semi-automatizzati, mentre nel successivo decennio sono aumentati di 18, passando negli ultimi 4 anni a più 25 di cui solo 4 in Europa. Il controllo a distanza delle macchine ha avuto diversi problemi e non ultimo a Rotterdam si ha avuto un attacco hacker ai sistemi che ha rallentato le performances. Nel prossimo decennio si prevedono diversi investimenti, di cui uno è anche in Italia nel porto di Vado Ligure. I porti più automatizzati sono quelli di Amburgo e di Rotterdam, mentre Anversa lo è ben poco. In entrambi i porti si sono fatti accordi che hanno tutelato l’occupazione riqualificando i lavoratori a mansioni diverse come a Rotterdam mentre ad Amburgo parliamo di un Terminal nuovo quindi con nuova occupazione.

Infine si è discusso su come reagire nel caso in cui si decida di automatizzare senza coinvolgere il sindacato e come la ETF deve seguitare la sua politica sul tema in questione. Il tentativo sarà  sicuramente quello di far prevalere anche tramite il dialogo sociale, la possibilità  di scrivere regole comuni che vengano recepite nei CCNL dei singoli paesi membri, che abbiano l’ambizione di trovare soluzioni che riducano il rischio di perdita occupazionale. Si è giunti alla conclusione che siamo al centro di una rivoluzione industriale-digitale della quale nessuno conosce bene i confini. Bill Gates ha proposto di tassare i robot come una redistribuzione fiscale. Non è detto che sia la formula giusta ma certo il tema è complesso. Maggiori regole morali nella gestione delle super macchine, per meglio capire se questa nuova rivoluzione sotto la formula 4.0, rappresenti un’opportunità  o meno. Per fare ciò, ci vuole un cambiamento culturale accompagnato da grossi investimenti in formazione. La delegazione della FIT ha molto apprezzato gli argomenti trattati e l’organizzazione dei lavori del Seminario ETF.

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