7 Dicembre 2012
Nota di Giovanni Luciano
L’incontro svoltosi oggi al Ministero del Lavoro tra sindacati, Governo, rappresentato dai Vice Ministri Mario Ciaccia per il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e Michel Martone, l’Assessore Sergio Vetrella in rappresentanza delle Regioni e i responsabili di Asstra e Anav, ha individuato con precisione le risorse economiche disponibili, alcune le note positive, molti gli aspetti negativi da approfondire. È questo il commento a caldo del Segretario Generale della FIT-CISL Giovanni Luciano al termine della riunione.
Riteniamo positiva – prosegue Giovanni Luciano – l’istituzione di un fondo nazionale per il Tpl, la destinazione “blindata” delle risorse per il trasporto, la definizione di una progressività dell’incremento tra ricavi da traffico e costi operativi. Va inoltre accolta positivamente la definizione di un osservatorio e l’ipotesi di un commissariamento ad acta per chi non rispettasse gli impegni.
Numerose, tuttavia, permangono le note negative – ribadisce Giovanni Luciano – a partire dalla rimodulazione dei servizi a domanda debole sostituendo le modalità ritenute diseconomiche in relazione al mancato raggiungimento del rapporto tra da ricavi da traffico e costi al netto dell’infrastruttura fissato rispettivamente al 35% per il primo e al 65% per il secondo. È un concetto che mina alla base l’integrazione dei servizi oltre che la produttività di sistema. Tutta la modalità ferroviaria, a titolo di esempio, risulterebbe secondo questi parametri più “diseconomica” di quella su gomma, inoltre sono solo uno sparuto gruppo le aziende in Italia che potrebbero rispettare il rapporto 35% a 65%.
Altro punto di sostanziale disaccordo – prosegue Giovanni Luciano – è fissare il livello dell’anticipazione al 60%. Questo comporterebbe, con altissima probabilità , il blocco totale di un settore in forte crisi come quello del trasporto pubblico locale.
Le nostre proposte per uscire dall’emergenza – sostiene Giovanni Luciano – possono essere così riassunte: una gradualità più marcata per conseguire il rapporto del 35% a 65% tra ricavi da traffico e costi di esercizio; stabilire un preciso ambito di misurazione a livello regionale; introdurre il concetto dei costi “standard” nei diversi settori della mobilità , ad esempio urbano, extraurbano e regionale.
Riteniamo, inoltre, indispensabile – conclude il Segretario generale della FIT-CISL – un netto aumento delle anticipazioni oggi fissate al 60%, occorre per altro prevedere norme per incentivare le aggregazioni e per le modalità su sede propria come ferrovie, metro, tram e filobus. Un accordo per il rilancio del settore dovrà risolvere questi problemi.