30 Settembre 2016
Il giorno 26 settembre u.s. si è svolto a Bruxelles l’incontro del dialogo sociale sul Trasporto Pubblico Locale al quale abbiamo partecipato come FIT.
Diversi sono stati i temi trattati e presenti all’ordine del giorno:
· la presentazione dello studio, effettuato congiuntamente da ETF e UITP, sulle condizioni sociali delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico locale in Europa,
· l’occupazione e la politica di genere in aziende di trasporto pubblico urbano in Europa;
· la digitalizzazione e sviluppi tecnologici nel trasporto pubblico urbano;
· uno studio sulla rappresentatività delle parti sociali UPT;
· il sistema bus europeo del futuro;
· gli aspetti di trasporto della comunicazione sull’economia collaborativa e lo studio sui taxi;
· la strategia europea per la mobilità a basse emissioni.
Tra i tanti, il tema centrale è stato lo studio delle condizioni sociali delle aziende operanti nel settore del TPL in Europa.
La fornitura e la qualità dei servizi di trasporto pubblico urbano giocano un ruolo significativo sia nel sostenere lo sviluppo economico locale e regionale, l’ambiente e le opportunità di impiego, sia nell’assicurare l’inclusione e la possibilità di piena partecipazione alla vita familiare e sociale nel suo più ampio significato a ogni singola persona. Inoltre, in molte città europee di piccole e grandi dimensioni gli operatori del trasporto pubblico urbano contribuiscono significativamente alla creazione di posti di lavoro a livello locale. I regolamenti riguardanti la fornitura e l’assegnazione di tali servizi possono pertanto potenzialmente influire su tutti i suddetti fattori.
Lo studio si proponeva essenzialmente quattro obiettivi;
· descrivere il modo in cui il trasporto pubblico è organizzato nei differenti stati membri e il metodo di definizione delle condizioni lavorative;
· descrivere le condizioni sociali nel trasporto pubblico urbano per un campione di personale delle aziende e lo sviluppo registrato negli ultimi 10 anni;
· descrivere l‘impatto dell‘assegnazione diretta e/o tramite gara d‘appalto per i contratti nel settore del servizio pubblico nel trasporto pubblico urbano sugli aspetti sociali e la tutela del personale;
· descrivere l‘impatto del cambiamento dell‘operatore nel settore del trasporto pubblico urbano sugli aspetti sociali e sulla tutela del personale.
Lo studio si è basato sulla lettura di documenti a livello nazionale e transnazionale, di un sondaggio e di interviste sia a membri di ETF e UITP sia a singoli dipendenti, rappresentanti dei lavoratori e autorità competenti in dodici stati membri dell’Unione europea.
Di seguito un breve sunto su quelle che sono state le conclusioni dello studio;
La valutazione dell’organizzazione del mercato del trasporto pubblico urbano nell’Unione europea mostra un’immagine complessa, una relativa stabilità nella natura degli operatori in alcuni paesi e città di piccole e grandi dimensioni e cambiamenti significativi in altri, con il crescente accesso al mercato da parte di nuovi operatori, tra cui grandi aziende transnazionali, che generalmente affondano le proprie radici nell’ambito degli operatori nazionali (pubblici) o sono state acquisite da operatori nazionali.
Le spinte provenienti dai settori economico, politico e normativo hanno contribuito a rendere più frequente il ricorso alle gare d’appalto, con l’obiettivo di rendere possibile la fornitura di servizi economicamente vantaggiosi, efficienti e rispettosi dell’ambiente. Lo studio non si prefiggeva di verificare se detti obiettivi fossero stati raggiunti.
In aggiunta ai requisiti previsti dalla legislazione nazionale e dai contratti collettivi, il regolamento OSP include la possibilità di inserire le condizioni sociali nelle gare d’appalto, senza renderle obbligatorie.
Questo studio ha dimostrato che, di conseguenza, il ricorso da parte delle autorità competenti alle condizioni sociali e ai requisiti relativi al trasferimento del personale è attualmente limitato.
Questo significa che nei paesi che al momento non dispongono di contratti collettivi di settore applicabili universalmente (che definiscono i requisiti al di sopra degli standard minimi stabiliti per legge) o di accordi di settore vincolanti per la maggior parte delle aziende del settore, o un qualsiasi altro sistema vincolante in grado di assicurare i termini e le condizioni alla fine di un contratto di servizio pubblico (ad esempio il trasferimento obbligatorio del personale), non esistono né garanzia di impiego né tutela dei termini e delle condizioni in caso di cambiamento dell’operatore. La situazione interessa anche i paesi dove gli accordi a livello aziendale migliorano sensibilmente tali standard generali.
Lo studio ha evidenziato alcuni esempi di conseguenze negative che si verificano nei casi in cui il trasferimento del personale non è previsto, mentre gli operatori originari lottano per mantenere il personale fino al momento del trasferimento e i nuovi operatori spesso non sono in grado di reclutare a formare personale sufficiente per assicurare un’acquisizione efficace ed efficiente del servizio. In alcuni casi – e particolarmente nel contesto della carenza generalizzata di conducenti – ciò ha portato a un deterioramento della qualità e alla cancellazione dei servizi (per lo meno nel breve termine). D’altro canto i lavoratori sono sempre più esposti a situazioni di stress in detti casi di cambiamento o potenziale cambiamento dell’operatore, senza sapere se saranno reimpiegati dal nuovo operatore e sulla base di quali termini e condizioni.
Lo studio ha mostrato che la ridotta disponibilità di fondi dal settore pubblico da investire nelle infrastrutture e nei servizi di trasporto e la scelta, determinata a livello politico e/o economico, di perseguire una maggiore economicità ed efficienza, hanno avuto un impatto negativo sulle condizioni di lavoro in entrambi i regimi di assegnazione, sia per aggiudicazione diretta sia mediante gara d’appalto, nonostante i differenti meccanismi all’interno dei due sistemi.
Occorre inoltre menzionare che i dati raccolti dai casi studio riguardanti i paesi e le aziende si prestano anche ad altra interpretazione, in base al punto su cui si concentra l’attenzione:
I sindacati si focalizzano sul meccanismo inerente alla procedura della gara d’appalto, dove le aziende competono sulla base dell’offerta del prezzo più basso e né il quadro normativo né le autorità competenti, nelle relative specifiche, definiscono la parità di trattamento per tutti gli offerenti in gara, non evitando così che la competizione si giochi sulla base delle condizioni lavorative in questo settore ad alta intensità di lavoro.
I datori di lavoro si concentrano sulla scarsità di fondi pubblici, sulla necessità di “fare di più per la stessa quantità di denaro”, aumentando così l’efficienza, migliorando la qualità e stimolando l’innovazione. Le autorità competenti hanno la responsabilità di definire il livello e la qualità dei servizi che le aziende devono fornire, indipendentemente dalle procedure di assegnazione. L’operatore ha la responsabilità di fornire le soluzioni più adeguate e proporre innovazioni, al fine di soddisfare in maniera migliore le esigenze dei clienti.
Lo studio ha pertanto la funzione di sottolineare tanto i vantaggi quanto le trappole dei differenti regimi, sulla base degli esempi rappresentati dai casi studio specifici, che dovrebbero contribuire a un apprendimento più ampio per quanto concerne le buone pratiche volte a garantire la sicurezza dell’impiego, gli standard sociali e la qualità del servizio.
Come FIT possiamo sostanzialmente condividere quanto emerso, chiaramente sottolineando il fatto che lo studio elaborato in collaborazione con le associazioni datoriali, è evidentemente frutto di un compromesso di quelle che sono le diverse vedute delle situazioni esistenti.
Inoltre, la difficoltà di avere una visione effettiva che rispecchia la realtà su differenze così importanti quali, legislazioni nazionali, territori e condizioni economico sociali, lasciano certamente scenari di approfondimento futuro.
L’obbiettivo che ci proponiamo a livello europeo, è certamente quello di avere, almeno dal punto di vista legislativo, una omogenea normativa che possa essere applicata a tutti i paesi della comunità europea.
Un obbiettivo che deve avere il suo completamento in tempi ragionevolmente brevi, infatti già da tempo si assiste all’acquisizione di servizi da parte di grandi player internazionali, che modulano la loro azione in base alle normative vigenti nel paese di intervento, senza che le stesse siano ad esempio uguali nel proprio paese di provenienza. Il caso di RATP è evidente, il gruppo partecipa e si aggiudica una gara in Italia, previo termine dell’iter giudiziario di ricorsi in atto, e nel proprio paese di appartenenza (Parigi, Francia) il servizio vede un affidamento diretto.
Eliseo Grasso