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Porti: Sindacati, preoccupati per posizioni Ue su tassazione. A rischio tenuta sistema

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Documenti - Porti: Sindacati, preoccupati per posizioni Ue su tassazione. A rischio tenuta sistema

5 Dicembre 2020

“E’ forte la preoccupazione per la tenuta del nostro sistema portuale, considerando la sua evidente strategicità  nazionale oltre al conseguente stravolgimento della legge 84/94 che ne regola il contesto”. Così Filt Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti sulla conferma della posizione della Commissione europea che considera incompatibili le esenzioni fiscali concesse ai porti italiani con le norme sugli aiuti di stato dell’Unione Europea.

Per le tre organizzazioni sindacali confederali dei trasporti “si deve individuare una soluzione, volta a salvaguardare l’attuale sistema e, se fosse necessario, si deve ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Ue perchè il nostro sistema è sano e trasparente, non si configura alcuna concorrenza sleale e merita il giusto e dovuto rispetto”.

“E’ evidente – proseguono Filt Cgil, FIT-CISL e Uiltrasporti – che non c’è stato da parte della politica un sufficiente impegno nel difendere le sostanziali differenze tra i nostri porti e quelli degli altri paesi UE, mettendo in forte discussione la natura giuridica del nostro sistema di governance nonchè la tenuta degli investimenti in una infrastruttura di interesse pubblico”.

Secondo le tre organizzazioni sindacali: “è’ assolutamente sbagliato ed improponibile paragonare le nostre Autorità  di Sistema Portuale, enti pubblici non economici, a qualunque altra impresa e conseguentemente sostenere che i canoni si configurano come utili e quindi da tassare. Il ruolo delle AdSP, svolto per conto dello Stato, è assolutamente rivolto al funzionamento dell’ente pubblico e allo svolgimento delle sue funzioni pubblicistiche che non perseguono fini di lucro e non operano sul mercato in regime di concorrenza ma svolgono funzioni di affidamento e controllo delle attività  finalizzate alla fornitura a titolo oneroso agli utenti portuali di servizi di interesse generale con precisi compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali. La differenza tra le nostre AdSP e quella dei paesi sui quali è già  intervenuta la UE, Belgio, Francia, Olanda e Spagna, è sostanziale, lì c’è la gestione diretta delle aree portuali e nel contempo sono loro stessi prestatori di servizi portuali a pagamento oltre a negoziare direttamente il corrispettivo”.

“Scongiuriamo fortemente e ci opporremo con determinazione – affermano infine Filt Cgil, FIT-CISL e Uiltrasporti – alla trasformazione delle nostre AdSP in SpA che devono restare pubbliche a difesa dell’interesse generale affinchè i nostri porti possano davvero continuare ad essere asset strategico per il Paese e la stessa Europa”.

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