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Il parere del CESE sul IV°Pacchetto Ferroviario

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Documenti - Il parere del CESE sul IV°Pacchetto Ferroviario

30 Agosto 2013

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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è un organo costitutivo dell’Unione Europea, istituito nel 1957, che fornisce consulenza qualificata alle maggiori istituzioni della UE attraverso l’elaborazione di pareri sulle proposte di leggi europee. Nella sua sessione plenaria dell’ 11 luglio, il CESE ha adottato, con 82 voti favorevoli, 20 voti contrari e 8 astensioni, l’allegato parere sul quarto pacchetto ferroviario, di cui sintetizziamo gli aspetti più salienti.

In merito alla spinosa questione dell’unbundling della rete, il CESE afferma che la separazione della gestione dell’infrastruttura in un sistema di trasporto guidato ad un solo grado di libertà  comporta in genere più disfunzioni che vantaggi, complicando notevolmente il funzionamento, facendo lievitare i costi e riducendo la qualità  del servizio. Ciò vale soprattutto per le reti in cui si svolge un intenso traffico misto.

L’integrazione del progresso tecnico è più lenta e più difficile. L’innovazione, che si realizza sia nel materiale fisso (infrastruttura) che su quello mobile (materiale rotabile) ne risulta frenata. La burocrazia e le interfacce inutili aumentano in misura rilevante, facendo crescere i costi di esercizio e paralizzando i processi decisionali.

Oltre a ciò, il CESE rimarca che la separazione delle funzioni di gestori dell’infrastruttura da quelle di vettori rende ancora maggiore la distanza tra il gestore della rete o dell’infrastruttura e gli utilizzatori finali con le loro esigenze in termini di qualità  del servizio (in particolare la puntualità ). Il CESE afferma che occorre sia mantenuto, in seno al sistema ferroviario, il ruolo di un operatore chiave, senza compromettere l’indipendenza delle funzioni essenziali del gestore dell’infrastruttura.

Al fine di stimolare gli sforzi di ricerca e innovazione indispensabili all’evoluzione del settore in termini di sicurezza e di qualità , il CESE raccomanda di salvaguardare il know how industriale, acquisito nei lunghi anni di esperienza, lasciando in capo agli operatori la proprietà  del materiale rotabile e degli altri impianti per la gestione dei servizi ferroviari.

Per quanto riguarda la modifica del regolamento n. 1370/2007/CE, il CESE ritiene che sia più corretto lasciare alle autorità  competenti il compito di affidare le funzioni di servizio pubblico direttamente a un determinato operatore oppure ricorrere a procedure di appalto pubblico con le modalità  attualmente previste dal regolamento.

Il CESE non si esime dall’esprimere il proprio punto di vista sulla liberalizzazione del mercato ferroviario dei passeggeri all’interno di tutte le singole nazioni. Infatti, constata che, l’Europa dell’alta velocità  ferroviaria ha iniziato a vedere la luce ben prima del 2010, grazie a considerevoli investimenti pubblici di alcuni Stati membri, e la concorrenza che vi si svolge dovrebbe continuare ancora per molto tempo ad essere più inter- che intra-modale. Alla liberalizzazione del 2010 sono Impossibile visualizzare l’immagine.

soprattutto seguiti l’abbandono di numerosi collegamenti esistenti, realizzati con materiali e condizioni di gestione tradizionali (senza alta velocità ), e l’interruzione di una serie di cooperazioni, per quanto di lunga data. Ciò premesso, il CESE deplora questa involuzione, ed esorta la Commissione Europea ad adottare misure necessarie per il miglioramento e lo sviluppo dei servizi transfrontalieri di trasporto ferroviario dei passeggeri.

Sulla sicurezza del sistema ferroviario europeo, il CESE prende atto del moltiplicarsi dei soggetti che operano sulle ferrovie, nonché delle possibili conseguenze di un’organizzazione del lavoro inadeguata, e propone che le funzioni delle autorità  nazionali preposte alla sicurezza si estendano anche al controllo delle condizioni dell’esercizio della produzione ferroviaria. Per il CESE, tali autorità  devono diventare veri e propri organi di “polizia” ferroviaria, incaricati di verificare l’applicazione delle norme in vigore, che sono disposizioni di ordine pubblico sociale.

Inoltre, propone che l’Agenzia Europea per la sicurezza delle ferrovie riceva il compito di occuparsi anche della salute e della sicurezza dei lavoratori, due fattori indispensabili per mantenere un alto livello di sicurezza della gestione per gli utenti, i lavoratori e i residenti lungo gli impianti ferroviari.

Sul versante più strettamente sociale, il CESE chiede che i datori di lavoro e i pubblici poteri tengano conto della gravosità  e pericolosità  delle professioni ferroviarie ai fini delle specifiche protezioni sociali, dei contratti collettivi, dei salari e della progressione di carriera, e mantengano gli impegni assunti in materia di pensioni.

Inoltre, chiede che, nell’effettuare le sue scelte organizzative o di apertura alla concorrenza, ogni Stato membro tenda a preservare, per i suoi operatori “storici”, i livelli occupazionali nonché le garanzie collettive e le condizioni salariali e di lavoro del personale. Spingendosi ad affermare che, in caso di cambiamento di operatore, occorra prevedere la riassunzione del personale interessato e il mantenimento delle garanzie collettive di cui esso gode, chiedendo, di fatto, l’applicazione della cosiddetta clausola sociale.

La Segreteria Nazionale

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