5 Maggio 2020
“Le risorse attualmente disponibili non sono sufficienti ad affrontare questa nuova fase che si presenta in tutta la sua complessità e rischia di avere ulteriori ricadute sul piano del lavoro e della tenuta del sistema, in un settore già duramente colpito da una crisi senza precedenti, a causa della inevitabile fase di limitazione degli spostamenti”. Lo denunciano unitariamente Filt Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti in vista del decreto maggio, affermando che “non siamo disponibili ad accettarlo nè tantomeno lo sono i lavoratori che meritano attenzione, vista anche la funzione che hanno svolto durante tutto il lockdown”.
“Abbiamo già evidenziato – sostengono le tre organizzazioni sindacali – la necessità nel nuovo decreto legge di interventi specifici per i lavoratori del settore che, nell’impianto pur condivisibile del decreto Cura Italia, non sono stati ancora normati, pur riconoscendo un dialogo positivo con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in attesa di una convocazione da parte della Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali”.
“Servono – spiegano Filt Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti – risposte sugli strumenti di tutela del reddito, in particolare sul rifinanziamento dei fondi bilaterali di sostegno nel trasporto pubblico locale, ferroviario, marittimo e per gli ormeggiatori e del fondo di solidarietà del trasporto aereo, con la possibilità della sua estensione anche ai trattamenti di cassa in deroga che chiediamo anche per i marittimi esclusi dal fondo Solimare. Servono inoltre risposte alla drammatica situazione dei lavoratori stagionali dei trasporti, a cui vanno estese le coperture del Cura Italia e occorre rifinanziare gli ammortizzatori sociali ordinari, in deroga, straordinari ed il Fis, superando le attuali 9 settimane, con la garanzia di tempi certi di erogazione delle prestazioni per pagamenti diretti da parte dell’Inps. E’ opportuno anche iniziare a lavorare in previsione di uno strumento di integrazione al reddito per i lavoratori del trasporto merci e logistica che permetta di affrontare sia le contrazioni della produzione sia gli effetti della automazione”.
“Più in generale – spiegano le organizzazioni sindacali – è indispensabile l’applicazione del contratto nazionale di settore, quale riferimento minimo per tutti i soggetti che, sul territorio italiano, operano stabilmente nei trasporti, più esposti ad una maggiore concorrenza, come il trasporto aereo, ferroviario, merci e il trasporto pubblico locale. Per quest’ultimo chiediamo la conferma delle risorse destinate al fondo nazionale trasporti ed il riconoscimento di specifiche risorse per affrontare la fase contingentamento. Va inoltre utilizzata – sostengono infine Filt Cgil, FIT-CISL, Uiltrasporti – la ripartenza per superare le difficoltà del sistema, proseguendo il confronto già avviato con il Mit su portualità e trasporto marittimo, merci e logistica, trasporto aereo, ferroviario, trasporto pubblico locale e concessionarie autostradali”.